Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Pnrr! Il 26 aprile il premier Mario Draghi ha presentato a Montecitorio le 337 pagine del Piano che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU, lo strumento temporaneo per il rilancio dell’economia dell’Unione da ben 750 miliardi di euro.
Non solo big money: il Pnrr prevede anche un pacchetto di riforme pensate per dare una spinta alla ripresa economica e – soprattutto – sociale del nostro Paese. Il presidente ha ritenuto fondamentale sottolineare che non bisogna vedere questo Burj Khalifa di pagine solo come un’arida sequenza di numeri e scadenze. Nel Pnrr ci sono (o dovrebbero esserci, questo si vedrà) i mezzi per rispondere alle sempre più flebili speranze dei giovani, delle donne e di tutti quei cittadini che quando avevano più bisogno si sono ritrovati davanti ad una porta socchiusa: né sbarrata, né abbastanza aperta per poterla attraversare.
Margherita boni aka potevofarloancheio
Margherita Boni è la studentessa di Beni Culturali che vi spiega perché nessuno di noi avrebbe mai potuto anche solo pensare Concetto spaziale. Attesa. Con la sua pagina (1.390 followers su Instagram e 1.970 su TikTok) cerca di avvicinare il più possibile le persone all’arte, in particolare a quella contemporanea.
Ciao Margerita, benvenuta!
Ciao!
Per prima cosa voglio ringraziarvi per avermi invitata!
Grazie a te per aver accettato!
@potevofarloancheio come il libro di Francesco Bonami?
Questo mio progetto nasce poco più di un anno fa, con l’intenzione di rendere accessibile a tutti il mondo dell’arte, anche a chi a prescindere dice “Di quella roba non ne capirò mai niente”.
Il nome Potevofarloancheio è dovuto a più cose messe insieme.
La prima è riferita al momento in cui è nata questa pagina: in pieno primo lockdown scrollavo la home del mio Instagram e vedevo altre persone che parlavano di arte sui social, una cosa che da tanto tempo avevo in mente di fare ma che per un motivo o per un altro avevo sempre rimandato. Il fatto di vedere altre persone che già lo facevano inizialmente mi ha un po’ spaventata ma poi mi sono detta: se già c’è qualcuno che lo fa, per quale motivo non posso farlo anche io?
Questa è la motivazione “personale”, poi c’è quella che riguarda l’arte in cui ovviamente c’è un grandissimo riferimento al libro di Bonami Lo potevo fare anche io (che vi consiglio vivamente di leggere) e a tutto quel luogo comune che gira attorno all’opera d’arte contemporanea, quella troppo facile che pare poteva fare qualsiasi persona, e invece non è affatto così. Perché dietro ogni opera c’è un artista che è una persona, e ogni persona ha le sue emozioni e il suo modo di vedere il mondo che esprime in modo diverso da qualsiasi altro individuo! È questo che spiego principalmente nella mia pagina Instagram: spesso ci si sofferma sulle singole opere mentre io credo fortemente che un artista vada conosciuto nella sua totalità!
È di circa un anno fa un tuo post in cui chiedi ai followers cos’è l’arte per loro; scrivi anche “Spesso me lo domando, ma non sempre la risposta che mi do è la stessa”. Alla luce di quello che sta vivendo in questi anni il settore della cultura, adesso per te cos’è l’arte?
Non è facile dare una risposta. Sicuramente in questo ultimo anno l’arte è stata la mia salvezza, una passione – che voglio far diventare il mio lavoro – a cui mi sono aggrappata con tutte le mie forze e dalla quale ho cercato di tirare fuori il meglio sia per me, sia per le persone che mi seguono.
L’arte è un potentissimo mezzo di espressione, racconta il mondo da tantissimi punti di vista, è un racconto ad immagini della nostra evoluzione e del nostro presente!
Ogni artista – con i suoi dipinti, sculture, architetture, performance – ci regala la propria visione del mondo che è espressione del suo pensiero che si riflette nell’epoca che ha vissuto (o che sta vivendo). Ogni opera d’arte è quindi strettamente collegata alla storia; l’arte è un tassello fondamentale per comprendere il mondo in cui viviamo e anche noi stessi. Ricordiamoci sempre che gli artisti sono prima di tutto delle persone che esprimono le loro emozioni, le loro gioie, le loro sofferenze sotto forma di opere d’arte, e basta pochissimo per sentirsi a casa quando si incontra l’artista giusto!
Veniamo ora alle domande di rito.
Il mondo dell’arte e della cultura ha bisogno della figura dell’art sharer? Il suo ruolo può davvero spingere verso una nuova e prolifica forma di valorizzazione del patrimonio culturale italiano?
Credo che la figura dell’art sharer si sia conquistata definitivamente il ruolo di mediatrice all’interno del mondo della cultura.
L’art sharer sta già valorizzando il patrimonio culturale italiano in un modo nuovo: basti pensare che ancora parecchie realtà museali non aggiornano costantemente i loro siti internet e i profili social. Avere una persona che ricerca delle informazioni e le diffonde poi ai suoi followers non è una cosa da sottovalutare.
L’art sharer, infatti, non parla soltanto di artisti o opere d’arte, ma informa il suo pubblico di eventuali mostre, eventi, esposizioni in corso o future; va anche alla ricerca di luoghi poco conosciuti per far si che tutti possano godere delle moltissime bellezze nascoste.
Il modo di raccontare l’arte sta davvero cambiando? Potrà evolversi in qualcosa di diverso, o resterà legata agli stilemi che la incardinano all’immagine stereotipata del salotto elitario?
Il modo di raccontare l’arte è già cambiato proprio grazie alla figura dell’art sharer che, inizialmente, tende a semplificare i concetti per spiegarli ad un pubblico più ampio – che comprende soprattutto i non addetti ai lavori.
Non si può assolutamente pensare che questo spiegare l’arte in maniera semplice vada a sostituire il cosiddetto salotto elitario: l’arte, come ogni settore, si fonda su studi e ricerche di studiosi, critici d’arte, professori e non si può pensare di cancellare il loro lavoro abolendo per sempre i discussi tecnicismi che tanto impauriscono coloro che vogliono avvicinarsi al mondo dell’arte.
Il racconto tecnico, con date storiche, con parole difficili per definire una brocca per l’acqua greca ci sarà sempre ed è destinato a chi dell’arte vorrà farne il suo lavoro. Il raccontare l’arte in maniera semplice è una cosa nuova anch’essa, ormai fondamentale dedicata a chi vuole sapere qualche cosa in più semplicemente per curiosità.
Il pubblico come risponde alla figura e al lavoro dell’art sharer?
Il mio pubblico è molto interessato e partecipe!
Questo mi fa capire che la figura dell’art sharer soddisfa benissimo il bisogno di nuovi stimoli, di conoscere cose nuove, di bellezza che – oggi più che mai – ha la maggior parte delle persone!
Leggere nei commenti i miei followers che mi ringraziano perché, attraverso il mio lavoro, hanno scoperto qualcosa di nuovo è un’ enorme soddisfazione. Inoltre, si creano dei veri e propri rapporti di scambio e amicizia che prendono vita da confronti su artisti e opere d’arte!
È uno scambio continuo che mi riempie sempre il cuore.
Il 26 aprile è stato pubblicato il testo del nuovo Pnrr. Uno dei punti che riguarda il paragrafo Turismo e Cultura (che pare siano tornati insieme per il bene dei figli) è dedicato alla rigenerazione dei piccoli siti culturali.
In sintesi: per ridurre l’uso intensivo dei cosiddetti grandi attrattori culturali, si è deciso di focalizzare gli interventi sulle aree rurali e periferiche; in questo modo gli investimenti dovrebbero consentire la valorizzazione “del grande patrimonio di storia, arte, cultura e tradizioni […] sostenendo il recupero del patrimonio culturale, l’attivazione di iniziative imprenditoriali/commerciali (ad esempio nuove modalità ricettive), rivitalizzando il tessuto socio-economico dei luoghi (ad esempio favorendo la rivitalizzazione di mestieri tradizionali, quali l’artigianato), contrastando lo spopolamento dei territori e favorendo la conservazione del paesaggio e delle tradizioni”.
Considerando che è stato comunque stanziato circa un miliardo e mezzo di euro per interventi strategici su ben 14 grandi attrattori culturali, cosa ne pensi di questa scelta del governo? Potrebbe funzionare o anche questa volta la quantità vincerà sulla qualità?
Sono sempre molto scettica di fronte a queste titaniche proposte di miglioramento. Nel Pnrr le proposte sono davvero allettanti – forse troppo.
Il rilancio dei Borghi è un progetto fantastico. Il problema, secondo me, è che già i grandi attrattori culturali avrebbero bisogno di essere gestiti e valorizzati meglio.
Temo che la musica resti sempre la stessa: cose fatte un po’ cosi, tanto per fare; magari lasciate a metà o, perché no, anche al 90%. È un classico italiano quello dei avere progetti incompleti.
Purtroppo, le mie aspettative sono basse. Spero vivamente che riusciranno a farmi cambiare idea!