ARTE PINGUINA. INTERVISTA A MASSIMO FENATI

Di Chiara Sandonato

Tempo di lettura: 4 minuti

Intervista a Massimo Fenati

I capolavori più noti della storia dell’arte diventano pop grazie alla penna del fumettista Massimo Fenati.

Immaginate due pinguini antartici, Gus e Waldo, con la loro andatura dondolante e uno spiccato spirito artistico. Il loro museo preferito è il MoPa (Museum of Penguin Art), con un catalogo molto particolare. Dal gelido circolo polare antartico, è in arrivo una nuova interpretazione dei più importanti capolavori dell’arte di tutti i tempi.

Gus e Waldo, creature del giovane illustratore Massimo Fenati, sono dei veri e propri “influencer” amati in tutto il mondo e hanno qualcosa da raccontare anche attorno ai temi dell’arte.

Il mondo dell’arte è costellato da esempi di parodie: baffi e pizzetto hanno trasformato il volto della Gioconda, la tavola apparecchiata per l’Ultima Cena ha visto tra i suoi convitati dai Simpson, alla cricca di Braccio di ferro, fino ai personaggi della Walt Disney. Massimo Fenati, non intende “parodizzare” i grandi maestri o scadere in banalizzazioni. Gus e Waldo non vogliono soltanto far sorridere e divertire, ma fornire nuovi stimoli e favorire la lettura di nuovi dettagli delle principali icone artistiche. 

In occasione della mostra “Arte Pinguina”, al NHY Hotel di Milano, visitabile fino al 31 Ottobre, abbiamo intervistato Massimo Fenati:

Creare due personaggi dal nulla: pinguini omosessuali, innamorati e divertenti. Come nasce l’idea di Gus e Waldo?

Ho sempre amato il pinguino: animale goffo e molto tenero, ma anche bellissimo. Tutto è nato da uno scarabocchio fatto un bel giorno su un post-it, messo sul sandwich preparato per il mio compagno, da portare al lavoro per pranzo: un pinguino per augurargli buon appetito. Se ne innamorò a tal punto che per il nostro decimo anniversario decisi di usare quello schizzo per fare un piccolo libretto, e il libretto mi serviva come “scatola” per il regalo vero e proprio: un paio di anelli (era il 2001 e ancora non esisteva la legge per i matrimoni gay).

Il libretto gli piacque da impazzire (e versò parecchie lacrime di commozione quando trovò gli anelli nell’ultima pagina). Tutti i nostri amici videro il libro e in seguito alla loro reazione entusiasta decisi di mostrarlo ad un agente letterario. Pochi mesi dopo avevo il mio primo contratto editoriale! E volendo fare dei libri sulle dinamiche di una coppia innamorata, il pinguino era l’animale perfetto: animale monogamo per natura, chi meglio di lui ci può raccontare cosa vuol dire accoppiarsi per la vita?

Arte Pinguina, La grande onda di Kanagawa

Descrivici le loro personalità utilizzando tre aggettivi.

Gus (quello col becco a punta): puntiglioso, intraprendente, sempre allegro.

Waldo (col becco arrotondato): pigrone, casinista, sempre allegro.

Nei tuoi libri quanto c’è di te e della tua vita?

Gus & Waldo sono un’opera semi-autobiografica. Molti dei loro tratti riflettono quelli miei e del mio compagno. Io sarei Gus e Waldo è il mio compagno. E anche se per rendere i personaggi più comprensibili ai lettori li ho dovuti un po’ semplificare, ci assomigliano al punto che quando uscì il primo libro in Inghilterra il mio compagno mi disse: “Mi sento come se avessi steso le nostre mutande a Piccadilly Circus!”. Ma comunque i caratteri dei miei pinguini sono così universali (i miei libri parlano proprio di come le differenze di carattere possono sembrare degli ostacoli a vivere assieme ma spesso si rivelano ciò che ci rende complementari) che un sacco di miei lettori fa il gioco: “chi dei due è Gus e chi è Waldo?”.

Arte pinguina, I coniugi Arnolfini

I pinguini e l’arte. Quale connessione esiste tra questi due elementi? Cosa ci fanno Gus e Waldo al posto dei coniugi Arnolfini?

Come illustratore e fumettista per me conoscere la storia dell’arte è fondamentale e per una volta ho voluto fare un libro (Arte Pinguina, Ed. TEA) che fosse un puro divertissement: i capolavori dell’arte mondiale reinterpretati dai miei Gus & Waldo. È stata un’esperienza divertentissima, ma ho anche imparato tantissimo: nel riprodurre dei quadri da zero, devi fare attenzione a tutti i singoli dettagli e scopri cose che non avevi mai notato prima, dalla scelta di colori usati da un artista, alla tecnica di pennello usata da un altro, fino a piccoli “personaggi nascosti”, come il rospo ed passero in volo nel Dejéuner sur l’herbe di Manet.

Arte pinguina, Dèjeuner sur l’herbe

Sei appassionato alla storia dell’arte?

Assolutamente! Il mio compagno ed io facciamo spesso viaggetti in giro per l’Europa e ovunque andiamo ci infiliamo nei migliori musei locali, scoprendo artisti che non hanno nulla da invidiare a Monet o a Klimt, ma per motivi storici non sono divenuti i classici artisti “da cartolina’ e quindi nessuno li conosce. Però scoprirli è sempre un’emozione grandissima.

A quale target di pubblico si rivolgono Gus e Waldo?

A tutti coloro che sono, o sono stati, in una relazione d’amore, non importa se gay o etero: per me la tematica fondamentale dei miei libri era la vita di coppia, e il fatto che i pinguini fossero due maschi era secondario, cioè non volevo assolutamente fare dei libri sull’essere gay. Anzi, semmai volevo dimostrare che le dinamiche e gli alti e bassi della vita di coppia sono proprio gli stessi se si tratta di coppie gay o etero, umane o… pinguine! La storia non cambierebbe di una virgola se Waldo si chiamasse Wanda ed avesse una folta chioma bionda alla Marilyn. Ed ha funzionato perché i miei lettori sono di tutti gli orientamenti. È bello vedere dei personaggi gay amati indiscriminatamente da omosessuali e da eterosessuali.

Arte pinguina, La Gioconda

Un fumetto di Zerocalcare, pubblicato questa settimana su Robinson, ironizza sulle “etichette” attribuite ai fumettisti. Da un lato la gabbia dei “pipponi”, legati all’impegno sociale e alla coscienza civica e, dall’altro, quella delle “scemenze” fregacazziste, che regalano ai lettori leggerezza ed evasione. Dove ti collochi?

Ahimè Zero ha ragione, come in tutte le industrie creative, gli operatori di marketing sentono la necessità di incasellarti e di spingere il tuo “brand” con una certa fascia demografica. Per me sono gran cavolate. Se ti piace la pizza non è detto che non ti piaccia il sushi. E d’altronde non è detto che se ami il pesce, il sushi ti aggradi. Voglio dire che i lavori che facciamo possono tranquillamente avere elementi importanti di impegno sociale ma passare attraverso un modo di esprimersi più leggero. E che la gente semplicemente legga quello che le piace, punto e basta. Penso che sia anzi importante cercare proprio di passare dei messaggi importanti senza pesantezza. Se fai un libro “pippone” sulla condizione omosessuale oggi, lo legge solo e soltanto chi è già sensibile al tema. Se fai un libro di umorismo in cui infili anche dei messaggi legati alla tua coscienza civica, magari raggiungi persone che non avrebbero voglia di sentirsi fare la predica dal “pippone”. L’umorismo, cioè, è un’arma potentissima per farsi ascoltare da chi in genere non vorrebbe.

Tecnologie digitali nel disegno vs. tecniche tradizionali: che ne pensi? Esiste un connubio tra le due?

Sì, certo. Io stesso le mescolo molto. Tutti i lavori che faccio con Gus & Waldo sono creati digitalmente, mentre ad esempio il mio libro più recente, la graphic novel La Mennulara (Ed. Feltrinelli Comics), basata sul Best Seller di Simonetta Agnello Hornby, è stata fatta tutta a mano libera. Sono tecniche e linguaggi diversi che si adattano ai diversi tipi di lavori e al “look” finale che vuoi ottenere.

Qualcuno ha scritto che il fumetto è un divertimento per eterni adolescenti. Sei d’accordo?

Chi è questo imbecille?!?! ARGH! Questa è la cosa che mi fa imbestialire di una certa intellighenzia snob: vedere il fumetto come roba da bambini o per adulti infantili. Il fumetto in Francia viene chiamato “la nona arte” (dopo le 7 arti classiche, viene il cinema e poi il fumetto) e tutta la popolazione lo legge e lo vive come un’espressione artistica di tutto rispetto. Dire che è “un divertimento per eterni adolescenti” è come valutare l’intera storia del cinema guardando i cinepanettoni dei Vanzina, o giudicare l’intera storia della musica solo dalla qualità melodica di Boys Boys Boys di Sabrina Salerno. Ma diamo i numeri?!? Nella storia del fumetto ci sono artisti incredibili e sarebbe l’ora che anche in Italia si iniziasse a capire questa cosa!

Arte pinguina, Mirò

Quale è stato il fumetto o il fumettista che ti ha più influenzato?

I miei maestri sono stati due: Hergé, il creatore di Tintin, per la sua linea pulita che ha creato un’intera scuola artistica in Belgio e in Francia, e per la sua attenzione al dettaglio. E Quino, l’autore di Mafalda, anche se secondo me le sue cose più belle sono le sue altre vignette autoconclusive, non le strisce di Mafalda (che comunque amo): in quelle vignette lui riesce a creare dei personaggi verissimi e vivissimi in poche linee, apre e chiude un universo nello spazio di un’unica tavola. È davvero un genio.

Arte pinguina, Autoritratto

Qual è l’aspetto della tua professione che più ti piace?

La varietà del lavoro. Non c’è un progetto che sia uguale all’altro e questo è una fortuna incredibile. Non ci si annoia mai.

La storia di Gus e Waldo continuerà in un nuovo libro? Hai qualche progetto in cantiere?

Gus & Waldo mi stupiscono sempre perché anche se negli ultimi anni gli ho dedicato meno tempo, sembrano avere una vita propria e di tanto in tanto mi arriva una richiesta di fare un nuovo libro o un evento come la mostra che ho portato al Nyx Hotel di Milano. Per cui anche se al momento non ho nulla in cantiere, non ho dubbio che rispunteranno presto nella mia vita con qualche nuovo progetto. Quei due pinguini sono irrefrenabili!

Quello che ho in cantiere al momento è una nuova graphic novel, ma purtroppo è ancora in fase germinale per cui non posso svelare di più… Ma come dicono gli inglesi: watch this space!

Arte pinguina, L’étoile


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