BERTHE MORISOT, PITTRICE IMPRESSIONISTA “SENZA PROFESSIONE”

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Noi troviamo che il nome e il talento di Mlle Morisot facciano troppo al caso nostro per poterne fare a meno”.

Così scriveva Edgar Degas alla madre di Berthe Morisot per convincerla a far partecipare la figlia alla prima mostra degli Impressionisti nel 1874. E In effetti, Berthe prese parte a quella mostra esponendo ben quattro opere insieme a quelle dei suoi colleghi uomini.  

Ma facciamo un passo indietro…

Berthe nasce a Bourges il 14 gennaio 1841 da una famiglia piuttosto benestante. Ha due sorelle maggiori, Edma e Yves, e un fratello minore. Le tre ragazze seguono l’educazione tipica delle fanciulle delle famiglie altolocate, prendendo lezioni di danza e musica. Nel 1857, quando Berthe ha sedici anni, la pittura si inserisce nella loro formazione per volere della madre. Per Berthe ed Edma queste prime lezioni sono una vera rivelazione: amano la pittura e la studiano con costanza e passione ed espongono al Salon del 1864. In quanto donne, si formano fuori dai percorsi ufficiali: vengono escluse dall’École des Beaux-Arts e prendono lezioni private dal pittore Joseph Guichard, allievo di Ingres, che le porta al Louvre per studiare e copiare i grandi maestri. Proprio Guichard scrisse alla madre della due giovani:

“[Berthe ed Edma] diventeranno delle pittrici. […] Siete del tutto sicura di non maledire mai il giorno in cui l’arte […] sarà sola padrona del destino di due delle vostre figlie?”.

Le due sorelle sono inseparabili nella vita e nell’arte: iniziano a dipingere en plein air con Corot e conoscono i pittori Puvis de Chavannes, Daubigny e Daumier. 

Berthe Morisot, Autoritratto, olio su tela, Parigi, Musée Marmottan Monet, 1885

Il 1869 è un anno triste per le sorelle Morisot: Edma si sposa e non dipinge più per volere del marito. Berthe avrà invece un destino diverso: un giorno del 1868, mentre era al Louvre con un’amica a copiare Rubens, incontra Édouard Manet. Contrariamente a quanto tramandato da Zola e Huysmans, Manet non è mai stato il maestro di Berthe, piuttosto un mentore e una guida. Manet la ritrae ben dodici volte: l’opera più famosa in cui fa da modella è Il balcone dove viene ritratta seduta e con lo sguardo malinconico verso l’orizzonte. Manet sembra essere affascinato dallo sguardo penetrante di Berthe tanto che Paul Valéry, nipote della pittrice, scrive nel catalogo della mostra alla Galleria Duret (1926): “[…] E proprio ai suoi occhi volevo arrivare: fin troppo grandi e tanto intensamente scuri che Manet, nei vari ritratti che di lei fece, li dipinse neri anziché grigio-verdi com’erano, per catturarne tutta l’energia magnetica e tenebrosa […]”.

Édouard Manet, Il balcone, olio su tela, Parigi, Musée d’Orsay, 1868-1869

Berthe smette di posare per Manet quando si fidanza e poi sposa Eugène Manet, fratello del pittore e questo la dice lunga su come venissero considerate le modelle alla fine dell’Ottocento. In realtà il matrimonio di Berthe è stato felice e sereno anche perché, al contrario della sorella, continuò a dipingere con il benestare del marito, convinto probabilmente dal fratello Édouard. 

Berthe Morisot, Eugène Manet all’Isola di Wight, olio su tela, Parigi, Musée Marmottan Monet, 1875

Berthe dipinge il mondo intorno a lei: la natura lussureggiante ricca di luce, il marito e la figlia Julie – nata nel 1878 –  che vediamo crescere nelle opere della madre. Ritrae spesso anche la sorella Edma, colta nel tedio della sua nuova vita coniugale senza pittura: la vediamo infelice, annoiata, cupa e del tutto sacrificata ai doveri matrimoniali. Edma posa anche per La culla, un’opera apparentemente tenera e serena dove però si coglie la malinconia nell’atteggiamento del corpo e nello sguardo della giovane madre.

Berthe Morisot, Ritratto di Mme Pontillon (La sorella dell’artista), pastello su carta, Parigi, Musée d’Orsay, 1871
Berthe Morisot, La culla, olio su tela, Parigi, Musée d’Orsay, 1872

Berthe è una pittrice instancabile: partecipa a tutte le mostre degli Impressionisti ad eccezione di quella del 1879 per nascita della figlia. In occasione di queste esposizioni vende pochissimo: più della metà delle sue 423 opere ad olio catalogate erano ancora nella collezione della figlia dopo la morte della madre. Sono stati soprattutto gli altri Impressionisti ad apprezzare e comprare le sue tele per sostenere il suo lavoro.

La pittura di Berthe è voluttuosa, costruita con un colore pieno, vivace e corposo. Le parole del nipote Paul Valéry definiscono con grande sensibilità il suo talento: “Ha coltivato senza sosta i nobili intenti dell’arte più altera e squisita […] fino a raggiungere l’aspetto prodigioso di una creazione estemporanea, perfetta al primo colpo”.

La sua pittura ricorda le vivacità cromatiche dei grandi maestri francesi del Settecento come Jean-Honoré Fragonard di cui effettivamente era bisnipote da parte di madre. Berthe sperimenta anche con l’acquerello e il pastello, tanto da essere paragonata alla grande Rosalba Carriera

Berthe Morisot, Bambina nel giardino (Sedia di vimini), olio su tela, Houston, Museum of Fine Arts, 1885

Berthe muore a Parigi il 2 marzo 1895 a cinquantaquattro anni. La sua famiglia, nel compilare il certificato di morte, la definisce “senza professione”. In quanto donna, la pittura era alla stregua di un qualsiasi passatempo ma per lei era un mestiere, una passione, una ragione di vita così come per i suoi colleghi uomini.

La fortuna critica di Berthe si deve all’impegno dei suoi amici come Degas, Monet, Renoir, Mallarmé e della figlia Julie che organizzarono nel 1896 un’esposizione postuma alla galleria Durand-Ruel. La figlia Julie e il marito hanno donato molte opere di Berthe ai musei, come al Marmottan Monet che conserva il nucleo più grande di opere della Morisot: ben 85 quadri. Un altro personaggio cruciale per la fortuna critica della pittrice è stato il nipote Paul Valéry che aveva organizzato due mostre della zia: una nel 1926 e una nel 1941 al Musée de l’Orangerie.

La vera consacrazione di Berthe come pittrice tra i grandi dell’Impressionismo è avvenuta soltanto in tempi recenti: risale infatti al 2018-2019 la retrospettiva al Musée d’Orsay di Parigi, mostra che ha poi girato in altri musei del mondo. 

Berthe era consapevole del suo talento e anche del fatto che, in quanto donna, non avrebbe avuto la stessa fama dei pittori uomini. Risale al 1890, alla fine della sua carriera, questo sfogo che leggiamo nei suoi Carnets: “Non credo ci sia mai stato un uomo che abbia trattato una donna come suo pari, ed è tutto quello che ho sempre chiesto. Io so di valere quanto loro”.

In copertina: Berthe Morisot, Donna alla toilette, olio su tela, Chicago Art Institute, 1875-1880

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