BIG CITY LIFE: ALLA SCOPERTA DI TOR MARANCIA

Di Francesca Calogero

Tempo di lettura: 4 minuti

Se pensiamo a Roma, in automatico la nostra mente immagina una carrellata di frame che vanno dai monumenti alle fontane, dall’epoca romana al Seicento con i primi collezionisti d’arte e da San Pietro al Palazzo del Quirinale.

La spettacolarità e le meraviglie di Roma non finiscono qui… poco distante dal centro della città, possiamo evadere dalla frenesia e dal trambusto dei turisti e ammirare, nel quartiere di Tor Marancia, un museo a cielo aperto.

Big city life tor marancia

IL QUARTIERE DI TOR MARANCIA, LA NUOVA “SHANGHAI”

Tor Marancia è la zona urbana del Municipio VIII di Roma Capitale che si trova lungo via Cristoforo Colombo ed è stretto tra le catacombe ardeatine e la tenuta di Tor Marancia. Il suo nome deriva da una torre, oggi scomparsa, e dal nome latino Praedium Amaranthianus, ovvero fondo di Amaranthus, un ex schiavo della famiglia Numisii Proculis del II secolo.

Nel 1933 è nato il quartiere di Tor Marancia, per ospitare i romani sfrattati dal regime fascista che abitavano le zone dell’attuale via della Conciliazione.

Oggi è anche conosciuta come la “Shanghai” di Roma. Come mai questo nome così particolare e lontano dal nostro immaginario? Per due ragioni: l’alta densità abitativa che vede numerose famiglie ammassate in case piccole, a volte composte da una sola stanza e dai servizi igienici in condivisione; e i frequenti allagamenti caratteristici delle zone paludose. Nel mondo sappiamo che la città cinese in questione è quella più a rischio alluvioni.

Oggi i palazzi che possiamo osservare passeggiando per il quartiere risalgono al 1948, quando sono stati ricostruiti a seguito della legge De Gasperi sul risanamento delle borgate. Essendo costruzioni popolari, il tasso di ignoranza, abbandono scolastico, disoccupazione e criminalità è ancora molto alto e complicato.

Nel 2015 nasce Big City Life, un progetto d’arte pubblica proposto dall’associazione culturale 999Contemporary e con il supporto del Comune di Roma. Lo scopo? Riqualificare la zona, sia socialmente che esteticamente.

MUSEO CONDOMINIALE

Big City Life è diventato, per le undici palazzine del comprensorio di via di Tor Marancia n°63, un museo a cielo aperto!

Che cosa prevedeva questo originale e, se vogliamo, stravagante progetto? Ventidue artisti provenienti da tutto il mondo, hanno utilizzato come supporto artistico le immense facciate degli edifici creando delle opere monumentali di street art.

Inizialmente le persone che abitavano il comprensorio erano scettiche e guardavano gli artisti lavorare avvolti da sentimenti di stupore, stranezza e ostilità. L’incontro e il dialogo tra la gente del luogo e gli artisti sono bastati per cancellare ogni tipo di diffidenza e lontananza dal mondo, visto come inaccessibile, dell’arte e del museo.

Il coinvolgimento dei residenti, in un ambiente dove l’arte non è di casa, ha provocato una contaminazione di esperienze, di vite ed emozioni. Un’arte partecipata che ha dato vita ad un museo condominiale completamente gratuito e fruibile da tutta la collettività.

Cambia prospettiva. La strada è il tuo nuovo museo

SLOGAN DEL COMUNE DI ROMA
Seth, Francia, Il bambino redentore, 2015 (acrilici e spray su muro, 10X14,5).

Adesso veniamo a noi e proviamo a immaginare di passeggiare virtualmente tra le stradine che costeggiano le undici palazzine, sotto il tipico cielo azzurro di una Roma primaverile che ti accarezza la pelle con il suo fresco venticello.

Alzando il nostro sguardo, sulla strada principale, veniamo catturati da Il bambino redentore dall’artista francese Seth. Un bambino arrampicato su una scala che guarda oltre il palazzo, immerso in un turbinio di gradazioni di blu.

È Luca, un giovane di Tor Marancia che a causa di un incidente ha dovuto lasciare il quartiere per guardarlo dal cielo. Il bambino di Seth ci ricorda tanto la postura del Cristo di Rio.

Big city life tor marancia

Entrando all’interno del cortile i nostri occhi vengono investiti da una moltitudine di colori, se non fosse per la prima opera ad essere realizzata Elisabetta. Philippe Baudelocque ha iniziato il suo lavoro coprendo l’intera facciata di nero, destando parecchie perplessità tra le signore del quartiere. In seguito hanno assistito alla creazione di una mano con un “gessetto” bianco.

Al suo interno ha raffigurato l’universo che ognuno di noi abita attraverso forme conosciute o ignorate, ma quella è la mano di Elisabetta Pedriacci e abita al secondo piano di quel palazzo.

Big city life tor marancia
Jerico, Filippine, Distanza uomo natura, 2015 (acrilici su muro, 10X14,5).

Jerico, artista filippino, omaggia i grandi della storia dell’arte. Vediamo due mani che si stanno per toccare, proprio come quelle della Cappella Sistina di Michelangelo e i fiori di pesco tipici di Van Gogh. Distanza uomo natura diventa sopra quel muro un “pop remix” perfetto!

Big city life tor marancia
Lek & Sowat, Francia e USA, Vieni Vidi Vinci, 2015 (acrilici e spray su muro, 10X14,5).

Vieni Vidi Vinci riporta alla nostra memoria la celebre frase di Giulio Cesare. Sostituendo la parola Vici con Vinci, Lek & Sowat hanno voluto dare la sensazione di aver commesso un grande errore di ortografia della storia di Roma. Venendo a dipingere in Italia, attraverso un gioco di parole hanno omaggiato uno dei più famosi artisti italiani: Leonardo da Vinci.

Che significato volevano dare alla frase? Sono venuto, ho visto, ho fatto il mio da Vinci oppure Sono venuto, ho visto, ho dipinto…Tutto questo inserito in un lavoro realizzato a strati, un po’ come un’immagine creata con Photoshop.

L’artista più particolare è colui che ha sviluppato insieme al famosissimo e discusso Bansky il movimento della street art, Brad Downey. Brad downey wash here è la concreta rielaborazione dell’arredo urbano con interventi installativi che costruiscono le basi per una street art concettuale.

L’artista ha spostato il valore artistico dall’esterno all’interno. La facciata del palazzo è rimasta spoglia, ma all’interno degli appartamenti ha risolto a quattro famiglie dei problemi che si portavano dietro da tempo (imbiancare la stanza, rifare le piastrelle ecc..).

Big city life tor marancia
Gaia, USA, Spettacolo Rinnovamento Maturità, 2015 (acrilici e spray su muro, 10X14,5).

Prima di lasciare Tor Marancia non possiamo non parlare di “Gaia” Andrew Pisacane e del suo Spettacolo Rinnovamento Maturità. Appena lo intravedi da lontano pensi subito a de Chirico e al suo modo di rappresentare la realtà. Qui troviamo tutta la realtà di Tor Marancia.

Un mandarino, una testa di statua e un edificio. Il mandarino di Andrew proviene da un viaggio nel sud Italia, ma successivamente all’insistenza delle persone del posto nel domandare: ma l’arancia è per Tor Marancia? La clementina è diventata un’arancia; La testa è stata ripresa da una delle statue dello Stadio dei Marmi, per ricordare lo sfratto svolto da parte di Mussolini; L’edificio richiama la palazzina su cui sta dipingendo.

E il cielo? Il blu del cielo è quello del nostro paese e della Città eterna!

Foto dell’autore.

In copertina: credits

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