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We’re closed, come closer
Nell’attesa della riapertura di musei e gallerie, gli appassionati d’arte, ma anche i semplici curiosi e voyeur, sono invitati a passeggiare in via del Porto 48 C/D, nei pressi del Mambo – Museo di Arte Moderna di Bologna, dove ha sede uno spazio espositivo giovane ed innovativo.
Uno spazio che non si è arreso di fronte alla necessità della chiusura e ha voluto comunque istaurare un dialogo artistico con la comunità.
Close ( ) è il titolo di una serie di mostre visibili esclusivamente attraverso una fessura della serranda dello spazio di Parsec. Proprio attraverso un taglio orizzontale praticato nella saracinesca della galleria, si può infatti assistere a delle video installazioni.
Le installazioni degli artisti sono però soltanto il punto di partenza dal quale far nascere una serie di riflessioni e discussioni critiche online, sotto forma di approfondimenti messi a disposizione del pubblico, con il quale ci si augura di poter continuare il confronto il prima possibile in presenza.
Close ( ) nasce dall’esigenza di riflettere e reagire alla chiusura emotiva, esistenziale e culturale che stiamo vivendo in questo particolare momento storico.
Il progetto ci invita ad avvicinarci, a guardare dentro, a soffermarci, con una presa di posizione fisica e ideologica.
che cos’è parsec
Parsec è un collettivo fondato da curat*, artist*, storic* dell’arte, operat* del settore culturale e della comunicazione che sentono l’urgenza di parlare di arte a tutto tondo affidandole un valore etico.
Parsec nasce dall’esigenza di riflettere sul ruolo dell’arte e sul contemporaneo.
Uno spazio di cultura partecipata e fluida che mette in luce e dà coscienza mediante il confronto pratico e teorico.
attualmente in mostra
L’istallazione video Dhomus è presa di coscienza di una personale condizione psicologica che culmina con un annullamento esistenziale.
Nel video, un corpo viene collocato all’interno di uno spazio domestico, dando vita a nuove e inedite opportunità di adattamento.
L’artista ripensa alla sua immagine guardandosi fuori da sé.
L’intero procedimento fisico e psicologico permette all’artista di esercitare una nuova forma di liberazione dalla propria soggettività, rendendola attore e spettatore del suo respiro tanto quanto della sua tragica deposizione.
L’artista
Gloria Dardari (Parma, 1991) vive e lavora a Bologna. Nel 2018 si diploma in Fotografia Cinema e Televisione all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove attualmente frequenta il biennio di Arti Visive.
Nei primi anni di studio matura un forte interesse per la scenografia e inizia a lavorare in ambito cinematografico e televisivo come scenografa. Tale passione influenza la sua pratica dandole modo di far dialogare spazi concreti e mentali.
Mediante la fotografia, il video e le installazioni, suoi principali linguaggi artistici, il limite tra reale e psicologico diviene un luogo da vivere attraverso il corpo, sua forma e misura.
Tra le sue ultime esposizioni ricordiamo la mostra personale Disbiosi alla galleria Adiacenze di Bologna, la collettiva The image as a process al festival Photo Open Up di Padova e Habitat a Palazzo Magnani a Bologna.
In copertina: Fruizione della video istallazione Dhomus attraverso la serranda di Parsec © Alessandro Casagrande.