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Lo scorso 20 maggio ha inaugurato la nuova sede della tech-company BOOM Image Studio in via Fiamma 18 a Milano. L’azienda, nata da un’idea di Mattia Dolci, Giacomo Grattirola e Jacopo Benedetti, fornisce contenuti visivi di alto livello in diversi ambiti – tra cui il real estate, food e travel – e vanta un impianto fortemente democratico, che esclude la ben più radicata struttura verticale e gerarchica.
L’importanza delle relazioni e di un confronto libero ed equo ha trovato un parallelo nella mostra fotografica Inner Look, in partnership con Manfrotto, presentata da BOOM in concomitanza con l’evento inaugurale.
La mostra, che si è appena chiusa, presenta infatti una serie di foto, scattate durante il lockdown e raccolte tramite un contest, che racconta la socialità proprio mediante la sua negazione.

I durissimi mesi di confinamento, che hanno lasciato ferite profonde nella società, hanno anche dato nuovo vigore al concetto del confine, quello interpersonale così come quello di ciascuna abitazione. La trasparente permeabilità entro cui abbiamo avuto impressione di vivere fino a prima dell’epidemia, ha abbandonato la sua maschera, mostrando l’opacità di tutti i suoi varchi. Siamo, infatti piuttosto, sempre stati circondati da limiti imposti dalla collettività e siamo anche stati talmente abituati al loro rispetto, al punto da non percepirne più la presenza.
L’arte, che è un’acutissima visione sul momento storico in cui siamo collocati, ha sentito l’esigenza di ripensarsi, per rispondere ai nuovi quesiti, che ne interrogano la sua collocazione anche spaziale.

BOOM – INNER LOOK
E qui si inserisce la mostra Inner Look, ideata al di fuori degli uffici di BOOM, a contatto con i passanti, non già con visitatori consapevoli.
I soggetti delle fotografie ivi esposte poi, che testimoniano momenti vissuti da persone al chiuso delle loro abitazioni, non fanno che esaltare l’importanza della loro collocazione. Siamo dentro o siamo fuori? Si crea così un cortocircuito che invita a prendere consapevolezza dell’importanza di ristabilire le connessioni interrotte nei mesi di solitudine forzata. È quindi un messaggio di speranza quello che vuole trasmettere la mostra, come afferma Federico Mattia Dolci , CEO e cofondatore di BOOM: “Il lockdown è un’esperienza polarizzante che invita a ripensare il nostro modo di vivere e, allo stesso tempo, sottolinea con forza quanto abbiamo bisogno degli altri. (…) Siamo voluti ripartire da qui, da queste immagini forti e bellissime, per dire che il punto segnato lo scorso anno ci invita a uno slancio nuovo”.

Ed è con questa prospettiva che ha inaugurato il nuovo spazio di BOOM, una società che ha lo scopo di armonizzare le differenze, ampliando il confronto tra i dipendenti. Gli stessi spazi e l’architettura degli uffici, con ben 1.500 mq di Open Space, mirano rendere possibile l’ideale di assenza di limiti mentali, così come spaziali. Il lavoro agile professato dall’azienda troverà quindi un’ottima attuazione nella sede che ospiterà 80 persone di età media di 30 anni, di 13 nazionalità diverse.
Queste intenzioni sono state quindi perfettamente condensate ed espresse tramite Inner look, la mostra-manifesto tramite cui prendere coscienza e non dimenticare ciò è stato lasciato indietro, per correre più consapevoli nel futuro.

In copertina: Mirandola, 18 aprile 2020, Simone Pelatti. Courtesy BOOM Image Company.