Di Alberto Corvi
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L’impatto prodotto da Raffaello sulle arti figurative è qualcosa di sorprendente. Oggi possiamo effettivamente rintracciare le influenze del suo originale repertorio iconografico, così come del suo classicismo forbito, in gran parte delle produzioni artistiche successive alla sua scomparsa.
L’approfondimento di questo fenomeno ha ispirato l’iniziativa Custodi del mito in Lombardia, alla quale hanno aderito diverse realtà culturali attive nella regione. Il proposito era quello di organizzare un palinsesto di eventi tutto dedicato a Raffaello in occasione delle celebrazioni del cinquecentenario della sua morte.
È in questo senso che dobbiamo interpretare la bella mostra Giuseppe Bossi e Raffaello al Castello Sforzesco di Milano (27 novembre 2020 – 7 marzo 2021),recentemente allestita nelle Sale dell’Antico Ospedale Spagnolo a cura di Claudio Salsi con la collaborazione di Alessia Alberti, Giovanna Mori e Francesca Tasso.

LA MOSTRA: SULLE TRACCE DI RAFFAELLO
Si tratta di una piccola mostra molto raffinata che espone ventisei pezzi, tra maioliche, incisioni e disegni, selezionati all’interno delle collezioni dei diversi dipartimenti del Castello. È il caso, ad esempio, della Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, delle Raccolte d’Arte Applicata, dell’Ente Raccolta Vinciana ma soprattutto del Gabinetto dei Disegni, che ha presentato un nucleo inedito di dieci fogli di Giuseppe Bossi.
Il percorso di visita è stato articolato così da permettere una serie di confronti tra gruppi di oggetti: le opere ci raccontano della fortuna di questa o quella iconografia, come anche della trasmissione di un gusto e di una sensibilità peculiari di Raffaello, dal Cinquecento sino allo scorcio del XVIII secolo e alla prima metà dell’XIX.



GIUSEPPE BOSSI PROTAGONISTA
Autentico protagonista della mostra è proprio Giuseppe Bossi (1777-1815), pittore erudito, storico Segretario riformatore dell’Accademia di Brera e raffinato collezionista che contribuì enormemente ad alimentare il mito dell’Urbinate, consacrandone l’opera. In questo senso, i suoi disegni in mostra, oltre ad essere lavori di una raffinatezza squisita, si propongono come una preziosa testimonianza.
Ed è proprio l’autoritratto del pittore, realizzato a matita e carboncino, a introdurci alla mostra. Due occhi penetranti, intelligenti, un naso diritto, una bocca minuta, e un bel paio di basettoni.
Seguono, intervallati dalle stampe di Marcantonio Raimondi e dalle variopinte maioliche rinascimentali di Francesco Xanti Avelli, una dolcissima Danza di putti, rapidi schizzi e bozzetti che esplorano soggetti derivati da Raffaello.

Credits: Comune di Milano.


UNA VISITA IN 3D
La mostra avrebbe dovuto aprire al pubblico venerdì 27 novembre: le vigenti disposizioni sanitarie, infatti, l’hanno resa inaccessibile.
Per ovviare a ciò il Castello, in collaborazione con Skira, che ha curato il catalogo della mostra, ha organizzato la scansione dell’allestimento e degli ambienti per permettere, probabilmente a partire dal prossimo fine settimana, una suggestiva visita virtuale.
La soluzione, già sperimentata in altre occasioni, offrirà ai curiosi la possibilità di immergersi nell’esposizione, orientandosi negli spazi con il cursore e leggere i pannelli e le didascalie oppure ingrandire gli oggetti esposti.
Il tour, presto disponibile sul sito del Castello, sarà interamente gratuito e permetterà di pregustare il momento in cui potremo finalmente tornare a varcare la soglia dei musei del Castello e godere di nuovo dal vivo delle bellezze che custodiscono.
In copertina: Giuseppe Bossi, Autoritratto, 1805-1810 (?), matita nera e carboncino. Milano, Castello Sforzesco, Gabinetto dei Disegni, inv. Au. D 43. Credits: Comune di Milano.