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Dal 15 ottobre 2020 al 21 febbraio 2021 si può passeggiare presso gli spazi di Pirelli HangarBicocca osservando le opere di Chen Zhen (Shanghai, 1955 – Parigi, 2000).
Nel 1986 l’artista si trasferisce a Parigi, trovando difficoltà economiche e culturali. Zhen affronterà questo malessere attraverso l’arte, oltrepassando il divario tra l’estetica orientale e quella occidentale, dando origine a un mix di culture, che l’artista definisce nel concetto di transesperienze.
Un termine che “sintetizza in modo efficace e profondo le diverse esperienze vissute quando si lascia la terra dove si è nati e ci si sposta da un luogo all’altro”. L’artista riflette sul concetto di contaminazione simbolica e culturale come modalità di creazione artistica.
Le sue opere pittoriche si trasformano in installazioni dove oggetti del quotidiano perdono la loro funzione originaria e si mescolano a elementi spirituali, calcandone l’aspetto consumistico, anticipando la complessità socio-politica del mondo di oggi. La mostra, a cura di Vicente Todolì, presenta 24 installazioni realizzate dall’artista tra il 1991 ed il 2000, anno della sua precoce morte dovuta ad una malattia autoimmune diagnosticatagli a soli 25 anni, elemento cruciale nella sua produzione artistica.
Entrando negli spazi espositivi tutti questi dettagli ci cadono addosso, regalandoci un cortocircuito: due mondi a potenziale diverso ora si intrecciano. Short-circuits, titolo della mostra, si ispira al metodo creativo sviluppato e definito dall’artista proprio come “fenomeno del cortocircuito”: grazie alla decontestualizzazione di un’opera dal suo luogo d’origine essa può svelare i suoi significati più nascosti.
Subito ci appare Jue Chang, Dancing Body – Drumming Mind (The Last Song), 2000. Monumentale installazione composta da letti e sedie le cui superfici sono coperte da pelli di vacca. Gli elementi della composizione provengono da diverse parti del mondo, creando una “installazione relazionale”, potenzialità aumentata dalla connotazione performativa dell’opera che, in determinate occasioni, può essere attivata da danzatori i cui movimenti richiamano la pratica del massaggio cinese. Tematiche legate alla cura del corpo e dello spirito sono centrali nelle ricerche di Zhen, esemplari sono le opere Nightly Imprecations, 1999, Crystal Landscapes of Inner Body (Serpent), 2000, Obsession de longévité, 1995.
Chen Zhen, Obsession de longévité, 1995, Installation view and details, Pirelli HangarBicocca, Milan, 2020
Credit: Sophia Radici, 15.10.’20
Molti sono i lavori che indagano temi come globalizzazione, consumismo e politica. La trasformazione della Cina in una società consumistica e capitalistica è ben rappresentata nell’installazione Fu Dao / Fu Dao, Upside-down Buddha / Arrival at Good Fortune, 1997.
Questa si compone di oggetti trovati – come televisori, ventilatori, componenti della carrozzeria di un’automobile – e di statuette del Buddha capovolte, sospesi su una struttura, la cui sommità è rivestita di rami di bambù. Chen riflette su come la rapida proliferazione dei beni di consumo di massa e i nuovi valori della società contemporanea abbiano influito sul rapporto uomo-natura.
Nel grande Cubo troviamo un’opera quasi silente, apparentemente immobile, dal titolo Jardin-Lavoir, 2000: undici letti trasformati in vasche-tombe ricolme di oggetti quotidiani. La visione è accompagnata dal suono dell’acqua che cade goccia a goccia su questi manufatti rappresentativi della contemporaneità, quasi a volerli purificare. Si aprono nella nostra mente una serie di ricordi di cose avute e non più ritrovate, del grande accumulo nei nostri cassetti come nelle nostre discariche.
Lasciando le ampie sale metalliche della Pirelli HangarBicocca un senso di pienezza misto a shock ci pervade, come in un cortocircuito.
In copertina: Chen Zhen, Jue Chang, Dancing Body – Drumming Mind (The Last Song), 2000 Installation view and performance, Pirelli HangarBicocca, Milan, 2020 credit: Sophia Radici, 15.10.20.