Di Silvia Diliberto
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Siamo nella Parigi del 1925, in uno dei salotti surrealisti, quando un gruppo di artisti sregolati mette a punto quella che diventerà una delle pratiche artistiche più sdoganate di sempre: Le cadavre exquis. La pratica nasce come una sorta di racconto a più mani che mette a nudo il funzionamento reale del pensiero, producendo testi e forme accidentali, legati da una diplomatica inosservanza delle regole.
Automatismo psichico, associazione casuale, onnipotenza del sogno sono gli ingredienti che condiscono le serate di artisti e poeti come Marcel Duhamel, Jacques Prévert, André Breton, Frida Khalo, Man Ray e Joan Miró.

“Il potere suggestivo di quegli incontri era così eccitante, le teorie surrealiste che ne venivano verificate così impressionanti, che il giocò divenne presto un sistema, un metodo di ricerca, un mezzo per esaltarsi e stimolarsi a vicenda, una specie di droga. Da quel momento fu il delirio. Per tutta la notte producevamo questi drammi fantastici, solo per noi stessi.”
Simone Kahn
ARF! – Il Festival del fumetto a Roma – ha chiamato a raccolta campioni e campionesse della nona arte per rispondere, attraverso una storia ispirata ai fantomatici Cadaveri squisiti, alla condizione surreale e sospesa in cui ci troviamo.
Il gioco è iniziato il 25 marzo, con la pubblicazione di una tavola per giorno sul sito e sui canali Facebook e Instagram di ARF! Una storia composta tavola dopo tavola, penna dopo penna, nell’assoluta diversità di segni e di stili, come una staffetta animata di illustrazioni che verranno raccolte per dare alla luce il libro polifonico “COme VIte Distanti”. Al termine delle tavole il libro, disponibile in pre-order sulla pagina di ARF!, verrà stampato in edizione cartonata e spedito a partire dal 30 maggio 2020.
Il ricavato delle vendite sarà interamente devoluto a sostegno della raccolta fondi dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani.

“Di fronte al prezioso compito che quotidianamente svolgono medici e ricercatori scientifici, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, noi fumettisti ci sentiamo spesso piccoli e impotenti. D’altronde il nostro lavoro è raccontare storie, non salvare vite. Ci siamo chiesti, quindi, se esisteva un modo per contribuire a essere utili – presto e concretamente – all’intera comunità. COme VIte Distanti è la nostra risposta a questo bisogno. La risposta del Fumetto Italiano.”
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Questa infinita rigenerazione delle forme, che abolisce ogni schema, sembra celare, una sotterranea comunicazione fra i partecipanti. La penna passa da un partecipante all’altro non ignorando del tutto il contributo precedente. Dopotutto, l’elemento comunicativo non mancava neppure tra i surrealisti. Questo si manifestava nella possibilità di vedere l’ultima parola o segno tracciati dall’artista precedente, oltre che nell’abilità di immaginarli e crearne una loro continuazione.
Ma come si può ricercare una comunicazione quando i partecipanti collaborano da casa come vite distanti? Chi si assume le redini del disegno? La sceneggiatura di Artibani, Centomo, Masi, Uzzeo viene in soccorso del fumetto per garantirne la solidità del racconto. Così, le figure di spicco del fumetto italiano, circa sessanta autori tra cui Fumettibrutti, Sio, Mirka Andolfo, Gipi, Zerocalcare, Sara Pichelli, Rita Petruccioli, Giacomo Bevilacqua, LRNZ, Davide Toffolo, Gigi Cavenago, Carmine Di Giandomenico, Valerio Schiti e tanti altri, creano un racconto corale abbozzando una composizione nuova di figure, grazie alla prolificazione di stili e letture trascurate fino a questo momento.

Nella copertina del libro realizzata dal disegnatore Ale Giorgini una figura disegna un fumetto in cui i balloon prendono il volo ed escono dalla casa, come a voler indicare l’intenzionalità di evadere tramite una penna, ma forse anche quella di separarsi dalla propria creazione per farle incontrare il mondo.
“Le storie non hanno bisogno di stare in quarantena”
Ale Giorgini
In copertina: Credit.