Di Asia Graziano
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Il 19 ottobre ha inaugurato al padiglione de l’Esprit Nouveau, la mostra “Dilettanti geniali. Sperimentazioni artistiche degli anni Ottanta”, curata da Lorenza Pignatti, che fino al 5 gennaio 2020, racconta l’eterogeneità della produzione artistica a Bologna negli anni ’80.

Attraverso cinque sezioni, concepite dalla curatrice come costellazioni di un atlante, sono documentate le pratiche artistiche nate dai mutamenti sociali che animavano una Bologna all’avanguardia e proiettata in una dimensione internazionale.

Il fermento musicale e sociale è raccontato dalle fotografie scattate da Luigi Ghirri ai CCCP per la copertina dell’album “Epica Etica Etnica Pathos” e dai loro vinili, pubblicati dalla Attack Punk Records, la cui sede, la stessa del Movimento Anarchico, era dotata anche di laboratori di serigrafia e stampa fotografica, a sottolineare una necessità condivisa di eclettismo dei mezzi espressivi. Sono gli anni dei primi concerti rap, come il Rap & Show di Modena del 1983, accompagnati da performance e fumetti eseguiti dal vivo e della nascita nel 1982 del Cassero LGBT Center, spazio libero e interdisciplinare, dove creatività e impegno politico si incontrano.
L’apertura della città al panorama internazionale emerge nel video che ripropone la mostra collettiva di graffiti alla GAM di Bologna, curata nel 1984 da Francesca Alinovi, docente del DAMS, in stretto contatto con la produzione artistica newyorkese. La crescita del medium televisivo lasciava già immaginare le potenzialità dell’informatica e la preponderanza delle immagini su schermo: Stress Therapy, loop di immagini tratte dai Tg dell’epoca è il progetto del gruppo Grabinsky, collettivo di artisti che gravitava intorno alla mitica “Traumfabrik”, spazio occupato da creativi e musicisti.

Il Boldismo, movimento di giovani architetti che avevano intuito, prima delle teorie di Zygmunt Bauman, come la società fosse proiettata verso una certa fluidità e come il contatto fisico, stesse perdendo importanza a favore della connessione informatica, insieme al linguaggio del fumetto, rappresentano un altro asse narrativo importante.

Il negozio di abbigliamento WP Lavori in Corso, nel 1982 diventa riferimento in città, introducendo marchi in Italia ancora sconosciuti, come Vans, e pubblicizzandoli in cataloghi che divennero veri e propri fumetti, affidati all’A.G.O (Alcuni Giovani Occidentali), collettivo di fumettisti. La contaminazione tra i vari linguaggi della creatività era tale che Massimo Osti, disegnatore bolognese di moda maschile, quando ricevette dalla Volvo, nel 1984, la commissione di un nuovo modello di tuta da lavoro, scelse come collaboratore, il fumettista Andrea Pazienza.

Dilettanti geniali è una mostra corale, che restituisce l’atmosfera di fermento creativo dilagante in una Bologna stimolante e ricettiva. L’eclettismo di quegli anni, perfettamente restituito dalla pluralità dei media scelti per raccontarli (poster, riviste, vinili, disegni e indumenti) accompagnano il visitatore in un viaggio attraverso i momenti più rappresentativi delle pratiche che hanno abbattuto il confine tra underground e mainstream, trascinando la società, dalle ceneri della contro cultura, ai primordi della cyber cultura.
DILETTANTI GENIALI. SPERIMENTAZIONI ARTISTICHE DEGLI ANNI OTTANTA
Fino al 5 Gennaio 2020
Padiglione de l’Esprit Nouveau – Piazza della Costituzione 11, Bologna.
Ingresso libero
Foto dell’autrice.
In copertina: Particolare di Giorgio Carpinteri, disegno pubblicitario per le calzature Vans, WP lavori in corso, 1986. Foto dell’autrice.