EDUCAZIONE MUSEALE: CITTADELLARTE

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Francesco Saverio Teruzzi, Artivatore e Coordinatore degli Ambasciatori del Terzo Paradiso ci racconta l’approccio alla didattica dell’arte di Cittadellarte. La fondazione di Michelangelo Pistoletto è un nuovo modello di istituzione artistica e culturale nata a Biella nel 1998. Qui trova spazio la più grande collezione dell’artista con le sue opere più famose e altre due sezioni, una dedicata all’arte povera e una alle esposizione temporanee.

CITTADELLARTE: UNA FUCINA PER L’ARTE CONTEMPORANEA

Cittadellarte non è un semplice museo. La Fondazione è considerata una vera e propria fabbrica di idee. Come ci spiega Saverio, essa è situata in un ex lanificio e – sfruttando proprio il concetto del filare – è considerato il luogo dove si crea tessuto sociale. Ed è in questo contesto che si inserisce l’educazione museale.

PER UN’EDUCAZIONE INFORMALE

Saverio analizzando i progetti realizzati di Cittadellarte ci spiega un concetto fondamentale: la differenza tra educazione formale ed informale. Per educazione formale si intende il modello di educazione, soprattutto scolastica e che si adotta dalla scuola dell’infanzia fino al master o al dottorato. Il metodo adottato da Cittadellarte predilige invece un approccio volto all’educazione informale, cioè dalle basi educative che si acquisiscono dalla propria casa e nella socialità, ovvero quello che manca in questo momento storico e – di conseguenza – anche nell’educazione museale). Queste mancanze hanno permesso di sfruttare nuove possibilità date dal computer, da una rete che apre nuove connessioni, aumentando un certo tipo di offerta. Questo però non potrà sicuramente sostituire il contatto.

L’educazione informale avvicina molto le persone all’educazione museale perchè permette di fare arte in luoghi inaspettati, non “dedicati” prettamente all’atto artistico. Si può fare educazione informale anche a scuola, così come nei musei. Questa modalità permette di coinvolgere persone anche lontane a questo mondo, includendole nell’attività, raccontando loro cosa andranno a fare in modo da renderle parte integrante dell’opera. L’educazione informale può essere fatta a qualsiasi età e può mettere in relazione mondi molto distanti tra di loro come ad esempio quello dei nonni e dei nipoti, può coinvolgere gli adolescenti: per esempio sono stati proposti dei progetti per il primo anno di alternanza scuola lavoro. I ragazzi coinvolti sono stati invitati al termine dell’esperienza a partecipare ad una manifestazione del Terzo Paradiso a Roma, all’Altare Della Patria. C’è stata una grande partecipazione nonostante l’evento non fosse obbligatorio, a dimostrazione del fatto che stimolando i giovani si possono ottenere ottimi risultati.

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il covid e le nuove sfide per l’educazione

Parlandoci dell’anno passato, Saverio ci ha presentato quale progetto ha realizzato per far vedere come il sistema educativo è riuscito ad andasse avanti. Già nel marzo 2020, all’inizio della pandemia, è nato “Favole dal mondo”. Quest’iniziativa ha previsto una serie di favole (quasi 30 ad oggi) recitate nella lingua di appartenenza del lettore, partendo dall’Italiano (letta da Iole D’agostino) passando per l’Israeliano (l’artista Yuval Avital), il Finlandese e moltissime altre lingue. Questo per sposare un discorso di multiculturalità e connessione con chiunque, creando una rete globale di ascolto, facendo passare il messaggio che non solo il virus pandemico poteva arrivare ovunque ma anche queste voci, dimostrando come insieme alla paura del contagio può diffondersi anche qualcosa di bello. Le favole sono tutte disponibili sulla pagina ufficiale del Rebirth day.

Il lavoro, prosegue Saverio, in questo periodo è addirittura aumentato per adattarsi alle nuove modalità offerte dalla rete. Ne è stato un esempio il Rebirth day (21 dicembre 2020), giornata dedicata al Terzo Paradiso, realizzato online in cui hanno partecipato persone da tutto il mondo in orari diversi. C’è stato un seguito importante e moltissime visualizzazioni: questo dimostra che il pubblico di internet non ha limiti e ciò può costituire una grande risorsa.

Cittadellarte non si è mai fermata, come abbiamo ricordato all’inizio è una fabbrica di idee, una macchina impossibile da fermare. Saverio, come molti altri con la pandemia, si è reinventato cambiando ritmi senza mollare mai, anzi, progettando nuove attività.

L’EDUCAZIONE ALL’ARTE PER TESSERE RELAZIONI NEL TERRITORIO

Saverio ci ha inoltre raccontato del progetto “100 panchine per Roma”. Partendo dall’idea nata durante il Rebirth Forum di Roma, dove si cercava una maniera per coinvolgere il territorio per fare qualcosa per la città, si è pensato alla panchina sia come luogo d’incontro, sia consumistico. Questo progetto ha previsto l’adozione di 100 panchine in plastica riciclata non industriale, ricordando al pubblico che è importantissimo riutilizzare quello che già c’è. Queste panchine saranno regalate alla città e verranno dislocate in 100 luoghi differenti. Ogni panchina diventerà la location per un laboratorio di educazione civica, volto all’educazione informale, fondamentale perché rivolta a tutt* e capace di rompere barriere di separazione.

PROGETTI FUTURI

Un altro progetto sviluppato durante quest’anno e che avrà luogo in estate è  il Koko Camp. Si tratta di un’attività per bambini nata a New York – destinata a giungere in Italia, a Lecco precisamente – che ha come obiettivo far divertire i ragazzi attraverso la costruzione con materiali di riciclo, sviluppando la creatività e fantasia.

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