Di Lucia Sandonato
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In questo difficile e doloroso momento le strade di Palermo, seppur vuote, vivono grazie ad una presenza che significa molto per la città: Santa Rosalia; la Santa patrona che nel ‘600 salvò i palermitani dalla peste, alla quale sono attribuite capacità taumaturgiche e guaritive.
Alcuni artisti e operatori della cultura hanno ideato il progetto ExVoto, in atto già da alcuni giorni: si tratta di un’istallazione che prevede la proiezione di Santa Rosalia, realizzata secondo l’iconografia classica, con la corona di rose, delicato simbolo dello sposalizio come vergine consacrata a Gesù, e con un mazzo di gigli, i fiori della purezza. Ma stavolta c’è qualcosa di più.
“La Santuzza” – come viene affettuosamente chiamata in dialetto palermitano – indossa la mascherina chirurgica, come tributo a chi è impegnato in prima fila, con dedizione e amore, nella lotta contro il nemico invisibile.
La bella Rosalia compare sui tetti e sui palazzi, nei punti più disparati di Palermo; rimbalza da una casa all’altra, da un quartiere all’altro e veglia sulla città, come un’elegante signora addormentata che attende di risorgere più bella di prima.
Se già l’intero territorio cittadino è da sempre costellato di edicole votive della Santa, soprattutto nei particolari e tipici vicoletti del centro storico, nei pressi di umili dimore, ma anche vicino agli imponenti palazzi nobiliari, in questi giorni Rosalia “si accende” nei posti più disparati.
Difatti, ExVoto è un vero e proprio progetto di arte condivisa: chiunque possieda un proiettore può contribuire, chiedendo agli autori dell’iniziativa di acquisire l’immagine e proiettarla dalla propria abitazione.
La pagina facebook “ExVoto” si riempie, così, di foto provenienti da qualsiasi zona della città. Tutti a casa ma con scopi comuni, adesso anche con questo obbiettivo artistico che ha riscosso consensi e successo.
La cultura, in ogni sua forma, si mostra anche in questo caso e in questo momento, come forte collante in cui si concretizza l’identità dei palermitani.
Ma non finisce qui: tutti sono invitati ad interpretare “la Santuzza” ai tempi del Coronavirus secondo le proprie capacità e competenze. Ecco, quindi, arrivare i contributi di artisti, di bambini e di chiunque si sia voluto cimentare. Un’occasione anche per riflettere su ciò che sta accadendo; sulla storia che – con le differenze del caso – si ripete.
La sera del 9 aprile, in un tripudio di rose che hanno abbracciato il colonnato del Teatro Massimo, e di luci che hanno conferito la giusta dose di speranza, l’amata “Santuzza” è stata proiettata sulle mura del Teatro di piazza Verdi in uno spettacolo di videomapping, sulle musiche dell’Intermezzo della Cavalleria Rusticana di Mascagni. Patrona e Padrona della città.
Si ringraziano per l’idea: Odd Agency, Carmelo Galati di Cinema city Palermo, Sinergie Group e Riccardo Lupo.
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