GOYA FISONOMISTA SBARCA A ROMA

Di Federica Bonuomo.

Tempo di lettura: 3 minuti

Dopo Madrid, Algeri e Praga, Goya fisonomista sbarca a Roma. La mostra è stata allestita presso la sala Dalì dell’Istituto Cervantes di Roma, situata nella splendida cornice di Piazza Navona.  Troverete esposte 38 incisioni dell’artista, la maggior parte delle quali rientrano nei famosi Capricci.

Nei suoi Capricci Goya ha voluto rappresentare un rocambolesco valzer del degrado della Spagna di fine ‘700, prendendosi gioco delle istituzioni di cui mostra vizi e superstizioni.

Goya
Goya, Capriccio. Foto dell’autrice.

I disegni sono stati attentamente selezionati per documentare lo studio della fisiognomica dell’epoca, grazie ai ricercati parallelismi tra uomo e animale realizzati dall’artista per dare vita a delle opere dall’incredibile capacità espressiva. Il risultato è caratterizzato da una brutalità estrema che colpisce ancora oggi, figurarsi lo scandalo che potevano suscitare all’epoca!

Goya voleva denunciare l’ipocrisia che caratterizzava il suo paese utilizzando quello che oggi potremmo definire black humor e facendo una spietata satira che non faceva sconti a nessuno. In particolare colpiva il clero e la politica che spudoratamente si arricchivano facendo leva sulle paure del popolo, sempre più povero e sempre più impaurito da superstizioni di ogni genere.

Goya, Capriccio. Foto dell’autrice.

In questo clima Goya dà vita nelle sue tavole a questi mostri che fino a quel momento vivevano solo nell’immaginazione delle persone.

La morale dell’artista è evidente nell’opera No te escaparas: una donna che fugge da mostruosi uccelli dal volto umanoide che vogliono afferrarla. Potrebbe sembrare il manifesto di una campagna femminista attuale, però il volto della donne sembra sereno anziché essere impautiro: che voglia rappresentare la consapevolezza della donna? O semplicemente è rassegnata a questo destino?

O ancora la stampa raffigurante un uomo, disteso a terra inerme, la cui vita viene succhiata via da un mostro alato, chiaro riferimento alle classi sociali più povere, sfruttate da quelle altolocate.

Goya
Goya, Capriccio. Foto dell’autrice.

Uomini di estrazione politica e clericale sono spesso rappresentati deformati, ad indicare la loro bruttezza e brutalità interiore; mangiano e bevono a discapito del popolo sempre più stanco, sfinito e senza più forze né dignità.

Queste immagini provocano una bruta emozionalità ma il messaggio di Goya viene manifestato anche  ne Il sonno della ragione genera mostri, uno dei disegni più conosciuti dell’artista.

Una figura umana, dormiente su un tavolo, rappresenta la ragione. Alle sue spalle l’incubo: un gruppo di creature simbolo di sfortuna, negatività e morte, volano libere e agiscono indisturbate sulla terra.

Goya
Interno della sala. Foto dell’autrice.

L’incubo che Goya volle combattere è l’ignoranza, la sua arma fu l’arte. Le sue tematiche, estremamente contemporanee, stimolano una profonda riflessione per ciascuno di noi, per questo consiglio vivamente di visitare la mostra che sarà a Roma fino al 18 settembre!

Sono venuta a conoscenza della mostra tramite un passaparola, non trattandosi di un evento molto pubblicizzato. La sala, inoltre, è piccola e non consente l’ingresso di troppe persone alla volta, per questo è consigliata la prenotazione.

Nonostante la mostra sia ben allestita – a proposito, sarà possibile visitarla fino al 18 settembre – non troverete al suo interno molte informazioni, mancano le schede descrittive delle singole opere dove viene riportata datazione, tecniche etc..; informazioni molto importanti soprattutto ai fini educativi e di studio, che potrebbe però corrispondere ad una precisa scelta curatoriale. Consiglio quindi ai più curiosi di partire già informati.

In copertina: interno della sala. Foto dell’autrice.

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