Di: Anna Quirino
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un nuovo modo di comunicare
Quando si dice Gucci si pensa subito all’estro e alla genialità. Un brand che ha saputo reinventarsi. Il suo allure classico si avvicina sempre di più alle nuove generazioni che hanno voglia di cambiamento e freschezza. La nuova miniserie “Ouverture of Something that Never Ended” racchiude tutto questo.
La pandemia, purtroppo o per fortuna, ha obbligato diversi brand del fashion system a trovare nuove strade e nuovi modi per continuare a mostrare al mondo le proprie creazioni.
SEI OPERE D’ARTE DANNO VITA ALLA COLLEZIONE
“Ouverture of Something that Never Ended” è una serie di veri e propri film, andati in onda dal 16 al 22 novembre e ora disponibili su tutti i canali social del brand, con i quali la maison ha presentato la sua nuova collezione. Già a maggio 2020, complice l’aria di rinascita e progettualità che si respirava dopo mesi di lockdown e incertezza, il direttore creativo Alessandro Michele aveva dichiarato: “Non voglio più vivere col fiatone come eravamo abituati a fare prima della quarantena, come se non avessimo alternative. Mai più”.
La voglia di rallentare, di prendersi del tempo per dare vita ad un prodotto meno commerciale e più creativo, ha generato queste sei opere d’arte, che vedono alla regia il film-maker americano Gus Van Sant e lo stesso Alessandro Michele. Ambientata a Roma, la serie narra una surreale routine quotidiana vissuta in prima persona dalla protagonista, l’attrice e performer Silvia Calderoni.
ROMA: UNA CORNICE UNICA PER I PROTAGONISTI
Non è un caso la scelta della Città Eterna come cornice per la miniserie. Infatti con la Cruise 2020, abbiamo visto la ormai consalidata lieson tra arte e moda: un susseguirsi di abiti bellissimi tra i busti e statue nei Musei Capitolini, contestualmente all’annuncio del contributo al restauro della Rupe Tarpea. Mentre tra i Gucci Places, luoghi d’ispirazione condivisi dalla Maison, spiccano la Biblioteca Angelica e l’Antica Libreria Cascianelli dietro piazza Navona, ritrovo di libri di nicchia e oggetti di antiquariato bohémien. Tra un giro su un’auto d’epoca in Piazza Venezia, un caffè in un bar degli anni ’70, e un po’ di shopping vintage, la protagonista si trova di fronte svariati talenti internazionali (le popstar Harry Styles e Billie Eilish, il filosofo transgender Paul B. Preciado, il critico d’arte Achille Bonito Oliva).
UN’OPERA IN CONTINUO DIVENIRE
L’obiettivo della serie, come dice lo stesso Michele, è di “raccontare il tempo sospeso”, far prendere vita agli abiti e donare loro una vera e propria personalità, un ruolo all’interno della storia, renderli partecipi di un qualcosa che sta nascendo, di un’opera in continuo divenire.
Grazie alla presenza di artisti gender-fluid come il filosofo Preciado e la cantante Billie Eilish, Michele rappresenta diversi spaccati di società, mostrando come i suoi abiti non siano “genderless” per definizione, ma mirino a ribaltare la realtà e i costrutti sociali per come siamo abituati a vederli e sentirli. Non c’è identità di genere, non c’è tempo e non c’è spazio: Gucci sembra volerci dire che la vita è arte, e che questa va apprezzata in ogni sua forma.
In copertina: Presentazione di “Ouverture of Something that Never Ended”, Trailer Episodio 1 – “At home”, Credits.