Gucci

GUCCI: la nuova collezione diventa una mini serie

Di: Anna Quirino

Tempo di lettura: 3 minuti

un nuovo modo di comunicare

Quando si dice Gucci si pensa subito all’estro e alla genialità. Un brand che ha saputo reinventarsi. Il suo allure classico si avvicina sempre di più alle nuove generazioni che hanno voglia di cambiamento e freschezza. La nuova miniserie “Ouverture of Something that Never Ended” racchiude tutto questo.

La pandemia, purtroppo o per fortuna, ha obbligato diversi brand del fashion system a trovare nuove strade e nuovi modi per continuare a mostrare al mondo le proprie creazioni.

SEI OPERE D’ARTE DANNO VITA ALLA COLLEZIONE

“Ouverture of Something that Never Ended” è una serie di veri e propri film, andati in onda dal 16 al 22 novembre e ora disponibili su tutti i canali social del brand, con i quali la maison ha presentato la sua nuova collezione. Già a maggio 2020, complice l’aria di rinascita e progettualità che si respirava dopo mesi di lockdown e incertezza, il direttore creativo Alessandro Michele aveva dichiarato: “Non voglio più vivere col fiatone come eravamo abituati a fare prima della quarantena, come se non avessimo alternative. Mai più”.

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L’Art Director Alessandro Michele in una pausa di lavorazione del sesto episodio, At The Vintage Shop, Credits

La voglia di rallentare, di prendersi del tempo per dare vita ad un prodotto meno commerciale e più creativo, ha generato queste sei opere d’arte, che vedono alla regia il film-maker americano Gus Van Sant e lo stesso Alessandro Michele. Ambientata a Roma, la serie narra una surreale routine quotidiana vissuta in prima persona dalla protagonista, l’attrice e performer Silvia Calderoni.

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Silvia Calderoni nel primo episodio “At home”, Credits

ROMA: UNA CORNICE UNICA PER I PROTAGONISTI

Non è un caso la scelta della Città Eterna come cornice per la miniserie. Infatti con la Cruise 2020, abbiamo visto la ormai consalidata lieson tra arte e moda: un susseguirsi di abiti bellissimi tra i busti e statue nei Musei Capitolini, contestualmente all’annuncio del contributo al restauro della Rupe Tarpea. Mentre tra i Gucci Places, luoghi d’ispirazione condivisi dalla Maison, spiccano la Biblioteca Angelica e l’Antica Libreria Cascianelli dietro piazza Navona, ritrovo di libri di nicchia e oggetti di antiquariato bohémien. Tra un giro su un’auto d’epoca in Piazza Venezia, un caffè in un bar degli anni ’70, e un po’ di shopping vintage, la protagonista si trova di fronte svariati talenti internazionali (le popstar Harry Styles e Billie Eilish, il filosofo transgender Paul B. Preciado, il critico d’arte Achille Bonito Oliva).

UN’OPERA IN CONTINUO DIVENIRE

L’obiettivo della serie, come dice lo stesso Michele, è di “raccontare il tempo sospeso”, far prendere vita agli abiti e donare loro una vera e propria personalità, un ruolo all’interno della storia, renderli partecipi di un qualcosa che sta nascendo, di un’opera in continuo divenire.

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Particolari degli abiti presenti sulla scena, Credits

Grazie alla presenza di artisti gender-fluid come il filosofo Preciado e la cantante Billie Eilish, Michele rappresenta diversi spaccati di società, mostrando come i suoi abiti non siano “genderless” per definizione, ma mirino a ribaltare la realtà e i costrutti sociali per come siamo abituati a vederli e sentirli. Non c’è identità di genere, non c’è tempo e non c’è spazio: Gucci sembra volerci dire che la vita è arte, e che questa va apprezzata in ogni sua forma.

In copertina: Presentazione di “Ouverture of Something that Never Ended”, Trailer Episodio 1 – “At home”, Credits.

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