A proposito di forme d’arte innovative, che deliziano i sensi di noi fruitori e che stimolano le nostre capacità ermeneutiche, Justin Peters propone una galleria di opere di tutto rispetto!
L’artista tedesco, appena venticinquenne, propone immagini create con la tecnica del collage digitale, attraverso un uso superlativo del programma Photoshop.
Le immagini di base vengono recuperate nei siti di archivio, ma dopo l’intervento di Peters resta decisamente poco delle originali! L’artista le trasforma seguendo i percorsi della sua mente, dando voce ai propri stati emotivi. Elementi lontani e disparati sono “incollati” insieme, in un contesto per così dire onirico, collage digitali in cui è comunque garantita una coerenza tematica e cromatica. Alcuni di essi vengono reinterpretati, attraverso il filtro della mente, con ingrandimenti, rimpicciolimenti, sovrapposizioni.
La luce ha sempre un ruolo fondamentale, enfatizzando il fulcro dell’opera, non sempre in modo forte e incisivo, ma anche con interessanti giochi d’ombra e suggestivi effetti di nebbia. La dinamicità delle scene non è data da oggettive categorie spazio/temporali. Il movimento reso è senza tempo, la percezione è soggettiva, proprio come accade con le sequenze dei nostri sogni: pochi istanti per storie intere, con trame dalla dubbia linearità narrativa.
I soggetti prediletti appartengono al mondo naturale: corpi celesti, animali, paesaggi. Anche l’essere umano trova attenzione, in particolare per esprimere stati di riflessione o cambiamento. Spesso il giusto sfondo è dato dai quattro elementi, che contribuiscono a creare quella serenità un po’ eterea che fa spontaneamente accostare queste opere al pennello dei surrealisti.
Questi ultimi, rappresentanti di un fortunato movimento d’avanguardia nato nel secondo decennio del Novecento, stravolsero totalmente schemi classici di percezione, spostando l’attenzione sul sistema sensoriale del fruitore. Ricordiamo, giusto per citarne uno, il grande maestro Salvador Dalì. Ma noi pensiamo anche al grandissimo Marc Chagall, artista d’avanguardia sui generis, con le sue figure fluttuanti e con le sue dimensioni mentali colorate e ricche di elementi simbolici.