IL DIVINO ANTONELLO: A PALAZZO REALE IN MOSTRA ANTONELLO DA MESSINA

di Alba Panzarella

Tempo di lettura: 3’30’’

Le più belle opere di Antonello da Messina a Palazzo Reale: dopo la tappa di Palermo, la mostra-evento del 2019 arriva a Milano e sarà visitabile fino al 2 giugno.

Un’occasione unica per poter ammirare dipinti provenienti da tutto il mondo. La mostra dà una visione completa e accurata del percorso artistico del pittore, dagli esordi in bottega a Napoli – in cui ha ricevuto influenze gotiche, catalane e fiamminghe, fino alla consacrazione internazionale.

Dettagli dell'allestimento
Dettagli dell’allestimento

Antonello è rinomato per le sue abilità da ritrattista: il realismo della sua pittura, unito alla capacità di cogliere su tela l’intima essenza della persona, ha regalato capolavori quali Ritratto di ignoto marinaio, il cui sorriso enigmatico ha stimolato la fantasia di molti scrittori, e il Ritratto di Giovane di Philadelphia. L’influenza fiamminga si manifesta nei dettagli minuziosi del volto, sempre veicolati da una profonda ricerca del carattere del soggetto, e nella posa a tre quarti.

Ritratto di Giovani, 1478
Ritratto di Giovani, 1478

Ma l’influsso della pittura delle Fiandre si riscontra soprattutto nell’uso della luce. Antonello, dopo la fase giovanile in cui traeva ispirazione dalla pittura internazionale, accoglie nella sua tecnica la ricerca rinascimentale, riuscendo a sintetizzare l’armonia, l’uso del colore e la prospettiva degli artisti italiani.

Il dipinto che apre la mostra esprime la doppia anima di Antonello: San Girolamo nello studio, in prestito dalla National Gallery, è l’opera in cui si fonde pienamente il sistema prospettico rinascimentale con la luce fiamminga.

San Girolamo nello studio, 1473
San Girolamo nello studio, 1473

L’Annunciata di Palermo, forse la più celebre delle opere di Antonello, sconvolge l’immagine tradizionale delle scene dell’annunciazione: la scena diventa intima, la Madonna è sospesa nei suoi pensieri; non si capisce se lo sguardo della vergine – che incarna i tratti somatici delle donne siciliane – cerchi quello dello spettatore o quello dell’angelo.

Certo, l’impostazione prettamente storica del percorso espositivo può distogliere l’attenzione dalle vere protagoniste, le opere; sconsigliata l’audioguida se non è stato frequentato da poco un corso di storia dell’arte. Il critico ottocentesco Cavalcaselle risulta una figura ingombrante con i suoi schizzi corredati da lunghe descrizioni: è un po’ come una forchetta per mangiare la minestra, assolutamente inutile per apprezzare le opere del “divino” Antonello.

 Giovan Battista Cavalcaselle, San Girolamo nello studio, da Antonello da Messina
Giovan Battista Cavalcaselle, San Girolamo nello studio, da Antonello da Messina

Foto di: Paola Desiderato

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