Tempo di lettura: 3 minuti
IL MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI NAPOLI

Il Madre di Napoli è il testimone di una storia che ha reso la Campania un crocevia di tutte le arti contemporanee. Un museo rivolto a studiare e documentare il passato attraverso la sensibilità e i linguaggi contemporanei, e quindi in grado di agire nel presente e delineare il futuro della città.
Il Madre é senza dubbio una delle istituzioni museali italiane contemporanee più interessanti. Esso vanta nella collezione permanente i più importanti artisti nazionali e internazionali: Francesco Clemente, Jannis Kounellis, Anish Kapoor, Daniel Buren, Giulio Paolini, Luciano Fabro, Rebecca Horn, Andy Warhol e Cindy Sherman, solo per citarne alcuni. Il museo Madre di Napoli, infatti, costituisce il cuore pulsante del contemporaneo nella scena artistica mondiale.

TRA ARTE, VALORIZZAZIONE E CITTÀ
Il Madre è una realtà che si è dimostrata molto attenta a creare sinergie con le altre istituzioni napoletane, come attesta la firma di un protocollo d’intesa con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Entrambi gli istituti sono impegnati in attività di valorizzazione internazionale e sono fortemente presenti nel proprio territorio. Insieme danno vita ad progetto comune per il 2021 che avrà come tema il Mediterraneo.
Anche la programmazione delle mostre sottende una precisa corrispondenza diretta con il territorio. Basti pensare al successo della mostra fotografica L’amica geniale. Visioni dal set. Gli scatti del fotografo Eduardo Castaldo hanno catturato l’enigma degli opposti destini delle protagoniste dei romanzi di Elena Ferrante e dell’omonima serie televisiva, entrambi ambientati nella città partenopea. Un percorso tra attimi, momenti, intrecci e situazioni che ci restituiscono la potenza narrativa del romanzo e della città.
Il rapporto radicato con la città non si esaurisce nell’attenzione alla programmazione o nell’intessere rapporti con le altre istituzioni, ma si palesa anche nel ruolo attivo che il Madre ha dimostrato nella lotta contro il Covid-19. Lo spazio espositivo, infatti, negli ultimi mesi si è trasformato in una delle hub di somministrazione dei vaccini.
IL PALAZZO DONNAREGINA
Il Madre si trova nel cuore storico di Napoli a pochi metri dal Duomo, dal Museo Archeologico Nazionale e dall’Accademia di Belle Arti, lì dove si sviluppa l’antico quartiere di San Lorenzo.
Come tanti altri spazi espositivi, il Madre si nutre della contrapposizione tra l’antico che lo circonda e che é insito nella struttura e la contemporaneità delle sue proposte artistiche.

Il museo trae il nome dall’edificio che lo ospita, il Palazzo Donnaregina, che come tutta l’area in cui sorge deve la denominazione al Monastero di S. Maria Donnaregina. Quest’ultimo fu fondato dagli Svevi nel XIII secolo e poi ampliato e ricostruito nel 1325 dalla Regina Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II d’Angiò.
Dell’antico complesso conventuale rimangono oggi solo la chiesa barocca omonima, e la chiesa trecentesca di Donnaregina “vecchia”, in stile gotico, che ha ospitato mostre ed eventi speciali organizzati dal Madre.

L’edificio è uno splendido esempio di stratificazione storica, tipica di tutto il centro antico di Napoli. Originariamente il corpo di fabbrica del palazzo occupava quasi interamente uno degli isolati prodotte dall’intersezione di cardi e decumani dell’impianto viario greco-romano.

Tra ‘800 e ‘900 è stato oggetto di ristrutturazioni e ampliamenti. Acquistato nel 2005 dalla Regione Campania per destinarlo a museo per l’arte contemporanea, da allora ne è stata concessa la disponibilità alla Fondazione Donnaregina a titolo di comodato d’uso gratuito e di servizio.

Francesco Clemente, Ave Ovo, 2005. Foto © Amedeo Benestante
IN MOSTRA
Oltre all’ampia e interessante collezione permanente, la programmazione del Madre si distingue per le imperdibili mostre temporanee.
Fino al 12 luglio gli scatti in bianco e nero di Peter Lindbergh raccolti nella mostra Untold Stories indagano l’approccio personale alla fotografia di moda.
La mostra presenta uno sguardo intimo su un’ampia selezione di lavori ormai celebri, commissionati da riviste come Vogue, Harper’s Bazaar, Interview, Rolling Stone o W Magazine.
Lindbergh riteneva che la fotografia di moda potesse e dovesse esistere anche oltre il suo utilizzo primario. Le sue immagini, superando il contesto di produzione, sono divenute parte della cultura contemporanea e della storia della fotografia.
In copertina: Bianco – Valente Il mare non bagna Napoli, 2015 Foto © Amedeo Benestante