Di Silvia Diliberto
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Sapevate che è ancora possibile visitare i musei stando comodi sul divano di casa?
A seguito delle nuove misure d’urgenza per il contenimento del contagio da Covid-19, i più grandi musei d’Italia hanno promosso veri e propri tour virtuali a tutela della conoscenza. In realtà la soluzione virtuale non è una novità per i musei, infatti alcuni di questi hanno già argutamente cavalcato l’onda del digitale alla stregua della sperimentazione.
Il nuovo contributo virtuale allarga il raggio d’azione e abbraccia le più grandi istituzioni museali che hanno subito uno stop categorico. La fruizione digitale diventa, pertanto, la nuova avance per tutti quelli che non vogliono perdersi i contenuti culturali: conferenze streaming, collezioni online e archivi video diventano gli antidoti perfetti per mantenere viva l’attività culturale in questo momento delicato. Riempire il vuoto che la partecipazione fisica ha lasciato non è un’impresa facile, soprattutto là dove il contatto visivo con l’opera d’arte può rivelare particolari tecnici utilizzati che ne influenzano l’interpretazione. Eppure, le nuove proposte museali compongono un panorama ricco e vivace che ha poco da invidiare alla fruizione tradizionale.
La Pinacoteca di Brera, proprio per colmare questo divario, si è spinta oltre nella risoluzione delle immagini attraverso una campagna di digitalizzazione in altissima definizione, per consentire un approccio alle opere vicino al reale, oltre ad organizzare una simpatica cronaca del museo, con il titolo “Appunti per una resistenza culturale”, condividendo con il pubblico curiosità relative allo stato di conservazione di opere in entrata, oppure piccoli accorgimenti di protezione da prendere per queste durante il trasporto.
Sulla stregua della diretta streaming inaugurata dalla Triennale di Milano attraverso Radio Triennale e Triennale Decameron (due iniziative che rappresentano la voce e il mezzo di diffusione di eventi artistici a Milano e in tutto il mondo), si è mossa la Biennale Architettura di Venezia che, il 27 marzo, presenterà in una conferenza stampa via streaming la prossima edizione della rassegna in programma dal 23 maggio al 29 novembre.
Il contributo è rilevante anche sui social media. Su Facebook il Direttore del Museo egizio di Torino, Christian Greco, conduce dei videotour per raccontare gli oggetti della prestigiosa collezione, promuovendo l’hashtag #LaCulturaCura.
Mentre il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna dal 27 febbraio all’1 aprile ha reso fruibile, sul canale Youtube MAMbo Channel, Bonjour: una performance ambientale di Ragnar Kjartansson, in cui due attori si trovano in un villaggio francese degli anni Cinquanta.
“È un esperimento che come museo ci stimola a superare le barriere fisiche.”
Lorenzo Balbi, Direttore artistico del MAMbo.
I Musei insegnano che è bene sapersi adattare ai cambiamenti, ribaltare la percezione e aggiungere del nostro, proprio come promuove la campagna delle Ipervisioni degli Uffizi di Firenze. Le Gallerie lanciano l’hashtag #UffiziDecameron e, come nella grande opera di Boccaccio, ogni giorno racconteranno le opere, le storie, i personaggi dei capolavori custoditi nella Galleria delle Statue e delle Pitture, in Palazzo Pitti e nel Giardino di Boboli.
“Gli Uffizi saranno con voi, nelle vostre case, per superare tutti insieme l’attuale momento di difficoltà. Evitiamo ogni contagio, tranne quello della bellezza”.
Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze.
Tra i musei della capitale ad aver aderito alla campagna di prevenzione del Ministero dei Beni culturali e del Turismo #iorestoacasa, si annoverano i Musei Capitolini, l’Ara Pacis e i Mercati di Traiano – Museo dei Fori imperiali, sebbene rientrino tra i musei che avevano già in programma realtà virtuali. In concomitanza con la diffusione dell’hashtag, anche il Colosseo ha potenziando i tour virtuali del parco archeologico.
Quanto alla Collezione Peggy Guggenheim, questa utilizza i social per una serie di presentazioni virtuali delle opere conservate a Palazzo Venier dei Leoni e alle mostre in corso: sulle storie Instagram del museo ci sono i Virtual Talks, appuntamenti dove lo staff del museo racconta la collezione e la vita di Peggy Guggenheim.
Poter entrare nei luoghi dove abitano l’armonia e la bellezza senza tempo è sicuramente un beneficio per chi ha voglia di oltrepassare i confini domestici e alimentare la propria curiosità. Si parla di Ipervisioni perché sono visioni che vanno oltre ciò che percepisce l’occhio umano: tramite la tecnologia i musei sono in grado di restituirci un’immagine intangibile che si apre a nuovi spazi. Nella reinterpretazione di questi nuovi spazi, in cui il medium diventa lo schermo, gioca un ruolo ancora importante la staticità delle immagini. Queste, rappresentando fedelmente l’originale, consegnano alla quotidianità della vita domestica, uno spazio e un tempo della rappresentazione, portano l’immagine nell’immagine, avvicinandoci al reale.
In questo delicato periodo, nulla è più impellente di un contatto con il reale, e il virtuale, paradossalmente, diventa luogo di close – up. Dopotutto l’immagine virtuale e non, rende presente quel che è assente, “va a prendere il mondo e lo porta a casa” scrive John Berger a proposito della pittura.
In un momento in cui il mondo ci sfugge lasciamo che le immagini lo afferrino per noi e ci tengano compagnia. In virtù di questo, noi del team di Close-up Art abbiamo aderito fin da subito alla campagna di prevenzione #iorestoacasa, lanciando l’hashtag su Instagram accompagnato dal nostro #closeupartnonsiferma, al fine di coinvolgere e invitare i follower a riempire il nostro account con foto e immagini aventi come comune denominatore la passione per l’arte.
Una sorta di provvista di ricordi da sfogliare quando il tempo del Coronavirus sarà un lontano ricordo. Dopotutto le immagini si portano nel tempo il carico di una storia, e noi speriamo di poter mettere presto la parola “Fine” a questa.
Siete pronti, quindi, per questa immersione da casa? Non vi si chiede nulla di più se non di presentarvi all’appuntamento rigorosamente in pantofole!
In copertina: Visita virtuale della mostra “Archeologia invisibile” al Museo egizio di Torino. Credit.
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