Di Paola Desiderato
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Il giorno 19 maggio 2019, il giornale Il Tirreno riportava una delle notizie più emblematiche del rapporto tra arte, società e politica che viviamo oggi. La cronaca scriveva che gli studenti del Liceo artistico Russoli di Pisa, dopo un corso di potenziamento sull’arte contemporanea tenuto dal professor Roberto Martini, avevano deciso di organizzare una mostra che ha, poi, portato alla realizzazione di svariate opere.
All’interno della mostra d’arte dedicata al tema dell’acqua, un gruppo di studenti ha realizzato un’installazione raffigurante il volto sorridente di Matteo Salvini, composto da 400 foto di migranti naufraghi in mare. Qualcuno potrebbe rabbrividire, pensando a quale controsenso questa installazione rappresenta, ma ciò è lasciato al giudizio personale.
“Un mosaico di dolore”, così è stata definita. Ciononostante i giovani artisti pisani non ritenevano di doversi difendere da accuse di alcun genere, in quanto l’arte è arte: racconta, descrive, fa riflettere, pone domande, stupisce ma non impone un punto di vista, anzi, lascia libera l’interpretazione.
“La nostra è arte – ha affermato Serena Bevilacqua, una delle autrici dell’opera – e non c’è nessuna provocazione. Abbiamo scelto di dedicare la mostra all’acqua, perché è versatile. E l’abbiamo raccontata in vari modi, per cercare di creare più dubbi possibili all’inconscio. Non abbiamo descritto l’opera: ognuno può interpretarla a modo suo. E’ un invito a riflettere”.
Ma l’opera non è finita qui: sul pavimento di fronte al volto “pixelato” del Ministro degli Interni, è stata posizionata una coperta isotermica di colore dorato, proprio come quella utilizzata dai soccorritori per contribuire alla stabilizzazione termica dei migranti, soccorsi dopo la lunga traversata del Mediterraneo in condizioni inimmaginabili per molti di noi.
La visione d’insieme che ne deriva, sembra ricordare che l’immagine politica, mediatica e personale di Matteo Salvini abbia preso forma proprio grazie alla propaganda sui migranti, vivi o morti che siano oggi. La sua fortuna e la sua ascesa al potere si è sicuramente basata su questa tematica, perciò, perché non rappresentare lo stato delle cose per ciò che è davvero? Perché tentare di giustificare o attaccare un’opera d’arte per i suoi riferimenti politici? Questa è la realtà che viviamo, nessuna visione è stata distorta dai partiti avversari. Le idee dei ragazzi di Pisa, come l’arte in generale fa, ci hanno messo di fronte a questo dolore che deriva dal mare, ma anche dalla nostra terra.
La riposta del Ministro leghista sui social è stata l’ennesima prova di queste considerazioni: “Evviva l’arte, evviva Pisa! #portichiusi #mentiaperte”.
Credits: Il Tirreno.