Di Asia Graziano
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Nelle ultime settimane, l’opinione pubblica è stata scossa da Comedian, l’ultima opera di Maurizio Cattelan: tantissime infatti sono state le critiche e le parodie rivolte alla banana appesa al muro dello spazio riservato
alla galleria Perrotin, durante Art Basel Miami Beach. L’artista padovano ci ha ormai abituato alle provocazioni e dopo 15 anni dall’ultima presentazione di una sua opera in fiera, non potevamo che aspettarci un ritorno esplosivo!
L’elemento della sospensione è un topos della produzione artistica di Cattelan, come per l’orsacchiotto meccanico in motociclo, che si muoveva avanti e indietro su una corda sospesa nel vuoto, nel 1993, presso la galleria De Carlo.
In Novecento invece, era un cavallo imbalsamato ad essere appeso al soffitto e nell’istallazione realizzata nel 2004 in piazza XXIV Maggio a Milano, Cattelan appende per il collo, sospesi ad una quercia, tre figure di bambini.

Nella retrospettiva All, curata dallo stesso artista e inaugurata nel novembre 2011 presso il Guggenheim Museum di New York, tutte le 128 opere realizzate da Cattelan tra il 1989 e il 2011 sono state esposte sospese, al centro della struttura architettonica. Celeberrima è, infine, l’opera-performance messa in scena nel 1999 con la collaborazione del gallerista Massimo de Carlo, in cui l’artista fissò letteralmente alla parete, con del nastro adesivo, il gallerista.
In alto, Maurizio Cattelan, All al Guggenheim di New York, 10 novembre 2011 (AP photo – Mark Lennihan).
Il nastro adesivo ritorna nell’opera esposta ad Art Basel, questa volta però, per fissare ad una parete una banana. Come spesso accade di fronte ad opere di arte contemporanea, ci si è subito chiesti se una banana appesa al muro potesse essere definita arte e se fosse degna di essere venduta per 120 mila dollari, prezzo incredibile con cui è stata presentata sul mercato. La cifra che ovviamente non rispecchia il valore economico di una banana e di un pezzetto di scotch, nelle logiche di un mercato dell’arte in continua espansione, può ben rappresentare un “prodotto targato Maurizio Cattelan“, uno degli artisti contemporanei più influenti del panorama internazionale, che vi piaccia o meno.

Comedian e le reazioni suscitate, ci suggeriscono una serie di interessanti riflessioni. Innanzitutto il titolo: quando è presente, nelle opere di Cattelan, non è mai un elemento neutro, costituisce anzi, spesso, la chiave di lettura dell’opera. La banana, per antonomasia immagine iconica e comica, nel
contesto di una delle fiere d’arte più importanti al mondo, è un chiaro atto di ironia, appunto di comicità che rovescia la tradizionale concezione di opera d’arte e quella stessa di artista.
Tra i criteri che hanno storicamente determinato l’opera d’arte ci sono infatti, sicuramente, la sua unicità e la presenza della mano dell’artista. Però, la contemporaneità ha già messo in discussione questi criteri numerose volte, dal Ready made di Duchamp ai nostri giorni. L’artista contemporaneo non necessariamente realizza l’opera, si può limitare ad assemblarla o a concepirla. L’opera può mutare, deteriorarsi, non essere mai uguale al momento in cui è stata realizzata o acquistata. Difatti, la banana di Cattelan ha bisogno di essere regolarmente sostituita, in quanto organica.
Come molte opere di artisti contemporanei o dello stesso Cattelan, Comedian è un’opera impossibile: non si può comprare, non si può esporre e non si può vendere. Poniamo infatti che chi l’acquisti decida di istallarla nel proprio soggiorno: dovrebbe sostituire con frequenza la banana, così come lo scotch andrebbe cambiato ogni qual volta si decida di spostare l’opera, perché non aderirebbe più. Ecco, quindi, che i due elementi costituitivi dell’opera non sarebbero più gli stessi, ma solo una copia dei
precedenti. Si potrebbe, allora, parlare ancora di un’opera di Cattelan?
Se sì, cosa distingue la banana di Cattelan da una qualsiasi banana appesa ad una parete e ne fa un’opera d’arte? Sicuramente il fatto che sia stata creata e firmata dall’artista, esposta ad Art Basel e dunque riconosciuta come tale dal sistema dell’arte contemporanea.
Questo suo continuo giocare a spingere più in là i limiti della concezione di opera d’arte e di artista, insieme alla creazione di opere spesso difficili da trattare sul mercato, fanno di Cattelan un contemporaneo Duchamp: a volte non compreso, irriso e spesso accusato di essere un furbacchione, non solo dal pubblico, ma anche dai suoi colleghi artisti.

Emblematica in questo senso, è la performance di David Datuna, Hungry Artist, che ha mangiato la banana, affermando di aver così costruito un dialogo con l’opera di Cattelan.
Che la banana non sia più la stessa, non conta nulla: Comedian non è una banana appesa ad un muro, ma l’idea di una banana appesa al muro e delle reazioni che suscita.
Cattelan è un artista concettuale: la sua banana criticata, derisa, mangiata e rimossa, ha espletato a pieno la sua funzione artistica. Intanto in rete, un simpatico profilo Instagram @cattelanbanana, non a caso “powered by @galerieperrotin” sta raccogliendo le parodie e le reinterpretazioni dell’opera, diventata virale.
In copertina: Un visitatore di Art Basel a Miami Beach fotografa Comedian (2019) di Maurizio Cattelan. Foto di Benjamin Sutton. Credit: Artsy.