Tempo di lettura: 2 minuti
Se siete a Bologna e vi trovate a passeggiare per la centralissima via Indipendenza, guardatevi bene attorno: i muri bolognesi non vi sembreranno più gli stessi, grazie al nuovo progetto di public art di CHEAP!

Torniamo a parlare di CHEAP, realtà indipendente tutta al femminile nata nel 2013 e che promuove la street art come strumento di rigenerazione urbana e indagine del territorio, dopo un anno dal loro progetto di street poster art #RingraziaunaFemminista, di cui vi avevamo già parlato.

Questa volta le lotte femministe di CHEAP intersecano un altro tema fondamentale che ci tocca molto da vicino: la lotta ad ogni forma di razzismo e violenza. Nasce così il nuovo progetto di public art di CHEAP, “La lotta è FICA”: 25 poster realizzati da 25 artiste, rappresentano il femminismo intersezionale, antirazzista, body e sex positive.
Illustratrici, grafiche, fotografe, perfomer, fumettiste, streetartist ci presentano nei loro poster un vasto campionario di esperienze e visioni personali, unite dalle prospettive del transfemminismo. I nostri occhi non potranno che perdersi in queste attraenti immagini che colorano gli archi bolognesi.

LOCKDOWN ED EFFETTI COLLATERALI nascosti
Questi poster ci mettono davanti anche ad una realtà che conosciamo ma che speravamo di aver estirpato, quella della violenza di genere, la quale, a causa della recente pandemia, si è rigenerata ed è stata difficile da contenere. Nelle mura di casa non tutti si sono sentiti al sicuro e i motivi sono molteplici: congiunti violenti, responsabilità sempre maggiori in termini di “lavoro domestico” (che per molti ancora “vero lavoro” non è) a causa della chiusura delle scuole, perdita del lavoro salariato per impossibilità allo smartworking, mentre vengono ulteriormente ridotti i servizi di salute sessuale, riproduttiva, materna di cui molte donne hanno bisogno.


Alla violenza di genere sono dedicati due poster di due artiste internazionali: Bastardilla, street artist colombiana che evoca i dati sull’incidenza della violenza tra le mura di casa; MissMe, artista di base in Canada già precedentemente ospite di CHEAP, che invece rivendica la rabbia come strumento di lotta.
LA LOTTA BLM TROVA SPAZIO ANCHE a CHEAP
In questo clima di ripresa ancora instabile, non è passata, però, inosservata la protesta BLM americana, che sostiene il principio di lotta per i diritti umani, in questo caso direttamente collegato al movimento antirazzista.

Non vogliamo solo esprimere vicinanza alla lotta di BLM. Non è solo riconoscere il razzismo come un sistema di potere che opera sulla stessa direttrice del sessismo.
Abbiamo un problema molto locale: siamo un paese razzista e non lo sappiamo. Siamo un paese che razzializza i corpi e non lo sappiamo. Siamo un paese con una storia coloniale, uno sguardo coloniale e non lo sappiamo. Non ce n’è nemmeno la percezione.
CHEAP, 2020.
I collegamenti tra le varie questioni che direttamente o indirettamente tutti noi stiamo vivendo e che non possiamo ignorare, trovano un legame tra di loro e tramite esso, trovano la forza di esplodere nelle grafiche audaci dei poster di CHEAP.
La lotta non è mai stata così fica.
CHEAP, 2020.

In copertina: “La lotta è FICA” il progetto di public art di CHEAP, Bologna 2020. Foto di Michele Lapini.