LEE KRASNER: NON SOLO LA “SIGNORA POLLOCK”

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“C’è una tendenza tra alcune di queste mogli a riordinare gli stili del loro marito. Lee Krasner, Signora Pollock, prende la vernice e gli smalti di suo marito e cambia le sue linee smisurate e sfrenate in piccoli quadrati e triangoli ordinati” (ARTnews, 1949, recensione della mostra Artists: Man and Wife, New York).

ARTNEWS, 1949, RECENSIONE DELLA MOSTRA ARTISTS: MAN AND WIFE, NEW YORK.

“Questo dipinto è così bello che non diresti  mai sia stato dipinto da una donna“ (Hans Hofmann, anni Quaranta).

Per tutta la vita Leonre “Lee” Krasner è sempre stata la “Signora Pollock”. Se si parlava di lei in quanto artista, allora i critici consideravano le sue opere sempre in relazione, se non in dipendenza, dalle tele del marito, il celebre Jackson Pollock.

Lee, in realtà, è sempre stata una pittrice autonoma, talentuosa e dedita al lavoro con estrema passione e serietà; l’arte per lei non era un passatempo da alternare alle faccende domestiche.

Lawrence Larkin, Jackson Pollock e Lee Krasner nello studio di Pollock, 1950, Monaco, American Contemporary Art Gallery

Lee nasce a Brooklyn il 27 ottobre 1908 da genitori ebrei immigrati dall’Ucraina. La sua è una formazione rigorosa e accademica. Dopo gli studi, trova subito lavoro nelle agenzie del New Deal che impiegavano gli artisti nella decorazione degli edifici di nuova costruzione. Una vera svolta per lei è stato l’incontro con l’artista tedesco emigrato negli Stati Uniti Hans Hofmann che apre la sua scuola di pittura a New York dove Lee e altri della sua generazione, studiano il cubismo e le principali tendenze dell’arte europea e iniziano ad assorbire e rielaborare lo stile informale di Hofmann, considerato il padre dell’Espressionismo Astratto.

Lee Krasner
Hans Hofmann, Spring, olio e smalto su legno, 1944-45 (data sul verso: 1940), New York, MoMA

Nel 1940 Lee si unisce al gruppo American Abstract Artists e cinque anni dopo, il 25 ottobre 1945, sposa Jackson Pollock di quattro anni più giovane. La loro è una relazione passionale e burrascosa, come i carattere di Jackson, sanguigno e impulsivo. Lee sa che la priorità per Jackson è l’arte e l’elaborazione di uno stile nuovo che in quegli anni è in fase di definizione.

Lee una volta disse: “L’amore è una strada a doppio senso in ogni momento. Darei qualsiasi cosa per avere qualcuno che mi dia quello che io ho potuto dare a Pollock”.

Lee Krasner
Lee Krasner, Abstract No. 2, olio su tela, 1946-48, Valencia, IVAM, Institut Valencià d’Art Modern

Ai tempi del matrimonio, Lee era una pittrice affermata e apprezzata nell’ambiente artistico newyorkese del tempo e da un grande come Piet Mondrian; ma è Jackson Pollock la vera star e la sua fama va di pari passo con i suoi atteggiamenti autodistruttivi segnati dall’alcolismo.

I due vivono e lavorano a Springs, nello stato di New York, in una piccola casa di legno dotata di un ampio studio. Lee è molto critica verso il proprio lavoro ma riesce a convertire questa insicurezza in creatività: nella sua carriera ha spesso distrutto le sue opere, strappandole o tagliandole a brandelli che poi ricomponeva in elaborati collage per dare loro nuova vita.

Lee Krasner
Lee Krasner, Shattered colour, olio su tela, 1947, New York, Guild Hall Museum

Presto il rapporto con Jackson si incrina: Lee, nel 1956, parte da sola alla volta di Parigi dove, l’11 agosto 1956, riceve una telefonata terribile: Jackson, ubriaco al volante, era morto in incidente d’auto. Lee è inconsolabile ma non smette di lavorare: torna nello studio di Springs (oggi Pollock-Krasner House and Study Center) e dipinge su quello stesso pavimento dove il marito aveva creato le sue opere; i suoi schizzi di colore si uniscono a quelli di Jackson. Lee dipinge soprattutto di notte, traendo ispirazione dalla propria interiorità più che dal mondo attorno a lei. L’arte la aiuta a elaborare la perdita del marito; disse, infatti, una volta: “Sono emersa di nuovo verso la vita e il colore. Il colore è la vita”.

Lee Krasner
Lee Krasner, Polar Stampede, part., olio su tela, 1960, San Francisco Museum of Modern Art

Tra le opere di Lee e Jackson si nota una stretta relazione: le loro tele sono un inno alla vita, rappresentano l’affermazione dell’esistenza dell’artista tramite quel gesto veloce e controllato che si fa colore. Lee si rendeva conto che l’essere donna fosse un freno per la sua carriera;  infatti, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, a volte non firmava le proprie opere o al massimo le siglava con le iniziali “L. K.” che non definivano il suo genere: così le sue tele potevano essere guardate per quello che erano, senza pregiudizi.

Lee Krasner
Lee Krasner, Primary Series Blue Stone, litografia, 1969, The Cleveland Museum of Art

Lee Krasner muore il 19 giugno 1984 a settantasei anni. Sei mesi dopo, il MoMA le dedica una retrospettiva: finalmente al suo lavoro viene riconosciuta la giusta autonomia rispetto all’arte del marito. Lee, da allora, è riconosciuta come una dei pionieri dell’Espressionismo Astratto. Di sé diceva: “Ero una donna, ebrea, vedova, una pittrice maledettamente brava, se non vi dispiace, e un po’ troppo indipendente”.

In copertina: Il pavimento del Pollock-Krasner House and Study Center, Springs, East Hampton, NY.

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