Il visitatore (ri)entra al museo
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Le scene affollate nei nostri musei scattate da Martin Parr nel 2015 sembrano lontane anni luce dalla realtà di oggi, ma forse non tutto il male viene per nuocere.
Anziché schivare i flash dei cacciatori di like e le gomitate dei collezionisti di capolavori, riusciremmo forse a stabilire un rapporto più intimo e profondo con l’opera.
Dico forse, perché c’è davvero qualcuno che visita musei dal lunedì al venerdì, entro le 18.00?
Comunque, l’orario ridotto e gli ingressi contingentati favoriranno una migliore esperienza al museo, ma allo stesso tempo allontaneranno (dopo secoli di conquiste in senso contrario) il visitatore occasionale e il curioso.
nuove modalità di esperienza
Anche l’esperienza stessa sarà diversa: non ci si accalcherà più in fila per ammirare il capolavoro e questo ne amplificherà l’aurea.
La distanza di sicurezza tra visitatori raffredderà però, le visite in famiglia, tra amici e colleghi e lo scambio di opinioni che si creava (sussurrate magari all’orecchio, ravvicinati).
Questi sono solo alcuni degli aspetti che cambieranno nel rapporto tra visitatore e opera d’arte, alla riapertura dei musei post COVID – 19.
cosa cambia?
La simpatica abitudine, accolta con entusiasmo dalla museum photography, di immortalare le somiglianze più incredibili dei visitatori con i soggetti delle opere in esposizione, sembra destinata a scomparire, con la mascherina che ci copre metà del volto.
Ci abbandoneremo ancora sui comodi divanetti del percorso museale per perderci nei dettagli di un’opera o riposarci dopo un estenuante giro delle sale o ci preoccuperemo della loro igienicità?
Saremo pronti a convertirci davvero alla mediazione museale digitale, rinunciando ai materiali informativi cartacei, come la mappa del percorso museale o la brochure con la guida alle opere principali del museo?
Le attività didattiche tra le sale museali, che avvicinano i ragazzi al linguaggio dell’arte, permettendogli di esprimere la loro creatività ed emotività, riusciranno a resistere all’interno di un museo parzialmente aperto al pubblico?
Da spazio chiuso, polveroso e aperto solo a privilegiati gruppi sociali, il museo nel corso degli ultimi due secoli ha vissuto enormi trasformazioni, che lo hanno riprogettato come spazio aperto, polifunzionale e accessibile, in forte dialogo con la città e la sua comunità. Non possiamo lasciare che questi sforzi siano vanificati.
Nell’attesa di una totale riapertura dei musei, possiamo solo immaginare come cambierà la nostra esperienza museale e aspettare che la museum photography ce lo racconti con ironia.
In copertina: Martin Parr, Musei Vaticani, 2015 Credit Martin Parr