LET’S GET DIGITAL, PALAZZO STROZZI RULEZ

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C’è chi è ancora scettico sulla digital art, gli NFT, il metaverso, la blockchain e altri termini associati. C’è chi confonde i significati, chi è restio a quel mondo e chi, come me fino ad oggi, non crede che gli NFT possano essere considerati ARTE.

Con l’avvento del metaverso, della sua rispettiva arte digitale e dell’economia che ne gira attorno, si è perso il punto di vista più importante della committenza e del “fare” su commissione: il contenuto. Mandare un messaggio e racchiuderlo in un’immagine. Ci sono sempre due parti presunte: investitore e artista. Entrambi hanno un obbligo di presenza, un esercizio tecnico da svolgere (da principiante digitale, ops l’ho detto), un bisogno di comprare e, dall’altra parte, di vendersi.

Si sa: l’arte è uno status di elevamento sociale quasi aristocratico, oramai insostituibile. Puoi non aver gusto, puoi fidarti di un mercato ignorante, però alla fine compri, e i tuoi soldi, bene o male, fanno l’artista.

Con questa giudicante premessa annuncio invece che la mostra a Palazzo Strozzi spacca i culi, perché le opere esposte, sono più che pensate, più che estetiche, rilevanti.

LA MOSTRA, UN PERCORSO ESPLORATIVO ED ESPLICATIVO

(NEL SENSO POSITIVO DEL TERMINE)

I curatori della mostra sono Arturo Galansino (Direttore Generale, Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze) e Serena Tabacchi (Direttrice MoCDA, Museo d’arte digitale contemporanea). Opere di artisti internazionali come Refik Anadol, Anyma, Daniel Arsham, Beeple, Krista Kim e Andrés Reisinger sono accompagnate da precise, ma leggere, didascalie. Aperti i termini di un mondo, le opere diventano leggibili, interiorizzabili. avast internet security licence key 2038

ALL’INGRESSO: PROSPETTIVA CENTRALE ILLUSIVA

Ad accoglierci, varcata il grande portone di Palazzo Strozzi, è l’opera digitale Machine Hallucinations – Renaissance Dreams (2022) di Refik Anadol (Turchia, 1985). Nove metri d’altezza per sei di larghezza: spessore, forse, 30 cm. A prima vista sembrano tanti pixel che girovagano all’interno di uno schermo, intrappolati. Uno specifico dataset di migliaia di dipinti realizzati tra il XIV e il XVII secolo estrapolati da una macchina, hanno come effetto finale il distaccamento delle particelle pittoriche, quasi a sciogliersi, distruggendo un mondo passato che diventa solo forma e colore. adobe cs3 master collection keygen

Allestimento della mostra Let’s get Digital!, cortile, Refik Anadol, Machine Hallucinations – Renaissance Dreams (2022), ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

In realtà sembra invece proporre un’idea passata molto conosciuta, traduzione digitale e “allucinata” dell’idea di Rinascimento. Non presenta infatti l’effetto prospettico illusorio tipico dell’arte Cinquecentesca? Il finto abside realizzato da Bramante nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano potrebbe essere un paragone abbastanza azzeccato.

Santa Maria presso San Satiro, Milano, Bramante, Credits: Touring Club

Concetti passati, mezzi nuovi: ottima committenza, capacità pratica assorbita, visione prospettica (estremamente storicizzata) alla base. Un presente/futuro che si ancora su fondamenta solide.

ENTRARE NEL METAVERSO O RIPORTARLO ALLA REALTà?

Ad accoglierci uno degli artisti più quotati del metaverso: Mike Winkelmann, in arte Beeple. Da quando Christie’s, nel 2021, ha reso la sua arte NFT immortale (il che significa battuta all’asta a 69,3 milioni di dollari, partendo da una base d’asta di…100 dollari), Everyday: The First 5000 Days (2007-2021), ha preso posto in svariate sedi. Un sconosciuto slitta così alle vette del mercato dell’arte, a due passi da David Hockney e Jeff Koons.

Allestimento della mostra Let’s get Digital!, Beeble, Everydays – Raw #43/100, Everydays INTO THE ETHER, INFECTED CULTURE DAY, BULL RUN, GIGACHAD, HEY RFC, Collection – Pablo Rodriguez-Fraile & Desiree Casoni; Everydays ALIVE #2/3 – Collection Jehan Chu 2020-2021, Video files (NFT) – Courtesy the artist, ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Davanti allo sguardo un’opera stampata a video, con immagini note e l’immancabile Pikachu: le pubblicità di tutti i giorni, più indirette, ma che compongono la vita. A lati scenari post apocalittici, esiti immaginari degli eccessi della società capitalistica.

Ciò che attira l’attenzione verso questo artista e le sue opere, e in realtà chiunque all’interno di questo “secondo mondo”, è la consapevolezza e la nuda dichiarazione attraverso le serie in mostra dei sentimenti che muovono le azioni, spesso incongruenti e istintivi, di un mercato irrazionale basato sulla speculazione.

Allestimento della mostra Let’s get Digital!, Beeble, Everydays – Raw #43/100, Everydays INTO THE ETHER, INFECTED CULTURE DAY, BULL RUN, GIGACHAD, HEY RFC, Collection – Pablo Rodriguez-Fraile & Desiree Casoni; Everydays ALIVE #2/3 – Collection Jehan Chu 2020-2021, Video files (NFT) – Courtesy the artist, ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

DA UN LIVELLO ALL’ ALTRO

Entrando i piccole sale, bianche e spoglie, ci scorrono davanti vari artisti, quasi come se si passasse da un livello a un altro dell’altro mondo.

Krista Kim (Canada), con Mars House (2020), ci mostra la “cripto casa”, concepita come design implementabile sia nel metaverso che nel mondo reale. Linee e design minimalisti, accompagnati da un gioco di luci e riflessi impossibili.

Allestimento della mostra Let’s get Digital!, Krista Kim, Mars House, 2020, ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Si passa a Eroding and Reforming Bust of Rome (One Year), 2021, di Daniel Arsham (USA, 1980), opera video che mostra, in loop, il degradarsi di un busto di scultura digitale nelle varie download zahir accounting 5.1 full crack inpage downloadstagioni: man mano che le stagioni passano nella realtà anche il video prosegue, si trasforma, e l’opera si degrada.

Allestimento della mostra Let’s get Digital!, Daniel Arsham, Eroding and Reforming Bust of Rome (One Year), 2021, ©photoElaBialkowskaOKNOstudio
Daniel Arsham, Eroding and Reforming Bust of Rome (One Year), 2021, dettaglio, ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Il collettivo Anyma (Matteo Millari e Alessio De Vecchi, Italia) propone un’esperienza tra musica e arte visiva, in cui il digitale si estende in uno spazio tangibile fino a raggiungere adobe photoshop cs6 free download full version for windows 7 64 bit la sensibilità dello spettatore, coinvolto in un paesaggio di opere e atmosfere ibride, senza tempo. Natura (in realtà solo poetica visiva) e Tecnologia unite.

Allestimento della mostra Let’s get Digital!, collettivo Anyma, Eva 0, 2021, Simbiosi, 2022, Angel 1 2022, Consciousness, 2022, The First Breath, 2022, ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

ARCADIA DI Andrés Reisinger, a favore del digitale?

Ma lo ammetto: è stato l’artista Andrés Reisinger (Argentina, 1990) a farmi provare una grande compassione, per noi, per questo XXI secolo. Arcadia, è questo il titolo dell’opera, errorfix kit license key realizzata in collaborazione con la poetessa Arch Hades e il compositore RAC. Poesia, suono e immagini si fondono in un’esperienza meditativa che ci invita a riflettere sulle nostre routine quotidiane e sull’uso dei social media.

Allestimento della mostra Let’s get Digital!, Andrés Reisinger, Arcadia, 2021, ©photoElaBialkowskaOKNOstudio

Arcadia, dovrebbe essere “vita idilliaca”. Tre schermi, una seduta, e una voce calma, di donna, quasi surreale, ci invitano alla meditazione. Cosa è il XXI secolo? Consumismo, solitudine, ansia,download adobe premiere cs3 full crack 32 bit alienazione. Tutto è replicabile e la tecnologia e i mezzi d’informazione di massa ci pongono all’interno di un vortice incessante di notizie, così tante che la mente le abolisce fino a non sapere più nulla.

Il digitale si esprime in un linguaggio estetico, di sublime delicatezza. Alla ricerca di unicità, libertà e infine, consapevolezza.

Dobbiamo davvero essere ovunque?

Dettagli mostra: Dal 18 maggio 2022 al 31 luglio 2022. Orari: tutti i giorni 10.00-20.00, giovedì fino alle 23.00.

Immagine di copertina: allestimento della mostra Let’s get Digital!, cortile, Refik Anadol, Machine Hallucinations – Renaissance Dreams (2022), ©photoElaBialkowskaOKNOstudio


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