MADE IN ITALY: GIORGIO ARMANI, IL RE DELL’ELEGANZA

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GIORGIO ARMANI: STILISTA, IMPRENDITORE, UOMO

Quando leggiamo il nome Giorgio, o ancor meglio quando lo sentiamo nominare in televisione con le innumerevoli e suggestive pubblicità, è inevitabile associarlo al cognome Armani. Il grande, unico e solo Giorgio Armani. Stilista, imprenditore, ma soprattutto un uomo. Un uomo, che però quasi come una divinità sulla terra, incarna l’essenza della moda stessa.

GLI ANNI SETTANTA DEL MADE IN ITALY

Nella serie Made in Italy, ormai giunta al termine la scorsa settimana, lo abbiamo visto agli esordi della sua carriera. Erano gli anni Settanta e Armani, insieme al suo compagno e collega Sergio Galeotti, muoveva i sui primi passi nella grande industria della moda italiana, ancora ignaro che proprio lui ne sarebbe diventato il Re.

Giorgio Armani
Sergio Galeotti e Giorgio Armani nello studio di Milano, Courtesy

Ma quindi chi era Giorgio Armani, prima di diventare Re Giorgio?

L’INFANZIA di armani: ANNI TRENTA E QUARANTA

Dobbiamo fare un passo indietro, spostandoci a Piacenza dove il piccolo Giorgio nasce nel 1934. La sua infanzia è stata, purtroppo, segnata dalla Seconda Guerra Mondiale con annesse tutte le sofferenze e le ristrettezze sia sul piano economico che su quello estetico.

Giorgio Armani
Giorgio Armani (a sinistra) a cinque anni con il fratello maggiore e un amico, Archivio “Artribute” Armani. Courtesy

Gli anni Trenta e Quaranta, rimarranno inconsciamente cari al futuro stilista, di cui ne richiamerà la sobrietà e i toni pacati e freddi, battezzando il “greige”, dove grigio e beige si incontrano nelle sue linee semplici ed eleganti. La stessa eleganza che contraddistingueva i suoi genitori, potremmo definirla un’eleganza interiore e “gentile” che codificherà lo stile Armani conosciuto da tutto il mondo.

GIORGIO ARMANI CAPISCE CHI VUOLE DIVENTARE

“Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire di no.”

Giorgio ha avuto il coraggio di abbandonare i suoi studi in medicina dopo i primi due anni presso l’Università di Milano. Scelta difficile, ma anche molto coraggiosa che sancì una svolta davvero importante verso la ricerca della propria passione. Il segreto del successo di Armani sta, infatti, tutto qui: capire chi si vuole essere nel mondo, averlo ben chiaro e comunicarlo.

In una famosa intervista di Enzo Biagi, lo stilista afferma:

“prima di tutto bisogna sapere cosa si vuole. Porsi delle mete. Essere molto coscienti di quello che siamo”.

Giorgio Armani

DALLE VETRINE DELLA RINASCENTE ALL’ATELIER

Negli anni Sessanta, forse ancora non aveva consapevolezza di sè, era appena entrato a far parte del team di architetti per l’allestimento della Rinascente, e la passione per la moda non era ancora esplosa in lui. Non lo era neanche all’interno dell’atelier di Nino Cerruti, in cui si occupava della linea Hitman nel 1965, dove aveva la possibilità di approfondire la conoscenza di tutti i tessuti e materiali.

Giorgio Armani
Giorgio Armani presso lo studio di Nino Cerruti, 1967. Courtesy

L’AMORE PER IL LAVORO, L’AMORE PER LA VITA

In un primo momento, colto dal timore e quasi avversità verso questo nuovo mondo, successivamente si è reso conto di amarlo, poiché spinto da una forza motrice interiore che lo portava a migliorarsi, grazie a uno stimolo che lui definiva vitale. Il lavoro diviene vita. E la vita non si può che amarla. Così ha avuto inizio un appassionato lavoro che dal 1975 ad oggi fa innamorare star e non solo.

Armani vuole vestire tutti, perché “tutti” sono la sua fonte primaria d’ispirazione. Anche durante le sfilate, le sue maniquennes devono comportarsi con disinvoltura, gioiose della vita, con quel tocco di brio. Come delle donne che passeggiano facendo shopping o per andare a lavoro, sicure di sè. Lo stesso vale per l’uomo: sciolto e fiero. Per compiere questa operazione, guidato appunto da una società che cambia, è necessario rivoluzionare l’abito.

DUE PAROLE CHIAVE: SOTTRARRE E SEMPLIFICARE

La parola d’ordine è vestire il corpo. Non il contrario. L’abito non deve prevaricare. È chi lo indossa che deve emergere ed essere ricordato. Deve trasparirne la personalità. Sembra complicato ma non lo è. La lezione di Armani è più complicata a dirsi che a farsi e si risolve in due parole chiave: sottrarre e semplificare.

Giorgio Armani
Schizzo di Giorgio Armani. Courtesy

RIVOLUZIONE NELLA MODA: LA GIACCA DESTRUTTURATA

Nasce così l’iconica giacca destrutturata che si libera dalla “pesantezza” che l’aveva caratterizzata in precedenza, si alleggerisce da quelle sovrastrutture fisiche e metaforiche. Armani la svuota, le rende più simile ad una camicia, una seconda pelle. L’uomo e la donna sono finalmente svincolati da ogni tipo di costrizione. Fluidità sostituisce rigidità e le linee così appaiono più sinuose ed eleganti, proprio come quelle care degli anni ’40, che non solo richiamano l’infanzia ma anche un onirico sogno fatto di cinepresa e pellicola.

Giorgio Armani
Antonia Dell’Atte per Giorgio Armani in un celebre scatto firmato Aldo Fallai, Credits

la moda sul grande schermo

Armani ammette in moltissime interviste che il suo primo vero e grande amore è stato il cinema. Se non avesse fatto lo stilista forse oggi avremmo avuto un Armani regista. Ma non importa, lui nel grande schermo c’è arrivato comunque: un giovane Richard Gere – nei panni di Julian Kay, in American Gigolò (1980) – veste un completo elegantissimo ormai iconico, rappresentazione di un uomo che è cambiato, di un erotismo nascosto che trapela dall’inconfondibile giacca firmata Armani.

Giorgio Armani
Richard Gere nel film “American Gigolò” (1980), di Paul Schrader,
indossa un completo Armani. Courtesy

Da qui l’inizio di tantissime collaborazioni con artisti tra i più illustri ed eccentrici, dove però l’eccentricità viene trasformata in una eleganza da ricordare e non da essere notata. Questo è il mantra con cui tutto il mondo riconosce il mondo Armani. Il lusso senza ostentazioni che crea un linguaggio prezioso e raffinato, che ad oggi non ha eguali.

Per un’immersione fluida e ancora più tangibile invitiamo i nostri lettori alla visita dello spazio espositivo Armani Silos (via Bergognone 40, Milano), dove a raccontarci la storia dello stilista saranno proprio gli abiti, protagonisti di un allestimento magico che ricrea il mondo lussuoso e sofisticato del genio creativo Giorgio Armani.

Giorgio Armani
Spazio Espositivo Armani Silos, Milano. Credits

In copertina: Illustrazione di Elena Cammarata, Credits.

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