Senza i turisti, italiani e stranieri, senza tutti coloro che arrivano a Milano per organizzare un evento, una fiera o una manifestazione. Senza, per l’appunto, i tanti eventi a cui siamo abituati che richiamo non solo gli addetti ai lavori. Senza le partite di calcio ed i tifosi: non c’è momento migliore di questo per esplorare musei e gallerie delle nostre città.
Ecco il mio lato positivo nell’essere rimasti in pochi ad abitare Milano: scovare e scoprire posti nuovi (quasi) completamente deserti.
Parlando per luoghi comuni, basta svoltare l’angolo (o molte vie e angoli), arrivare a Piazza della Scala, camminare un po’ su via Manzoni e al numero 3 entrare alle Gallerie d’Italia.
La collezione permanente esposta nella Galleria, segue un arco cronologico che inizia con tredici bassorilievi in gesso di Antonio Canova, alcune poi riprodotte in marmo. È una delle serie più complesse dello scultore che ha come tema l’epica omerica e l’etica socratica, la virtù cristiana e la filantropia illuminata ispirata dal mecenate Abbondio Rezzonico. Il più iconico forse “La morte di Priamo”.
Seguono le opere storiche di Francesco Hayez, pittore fra i più iconici dell’Ottocento, che riscoprono il fascino della dimensione civile del Romanticismo. Perdersi in tutta calma tra le rughe d’espressione e il dolore della giustizia de L’ultimo abboccamento di Jacopo Foscari vale già solo il biglietto d’ingresso!
Il percorso espositivo continua con una panoramica ampia sulle lotte risorgimentali e un approfondito sguardo alle trasformazioni della città non sono come luogo fisico ma anche nella sua rappresentazione con grande attenzione alla pittura prospettica e alla muta percezione della veduta dei primi anni del ‘900. Non mancano esempi del Naturalismo con Domenico e Giacomo Induino in cui domina soprattutto la pittura di paesaggio.
Ma ecco che si apre il Cantiere ‘900, in cui dominano le forme espressive manifestatesi dal secondo dopoguerra in poi. Dalle principali tendenze dagli anni Quaranta-Cinquanta alle esperienze dell’Informale, all’intreccio fra Nuova Figurazione, ricerche verbo-visuali e “nuove avanguardie” degli anni Sessanta-Settanta.
La mostra si compone di cinque sale collegate da un salone centrale in cui si lascia spazio alla scultura intesa come interpretazione dello spazio architettonico di Nicola Carrino e Mauro Staccioli.
Focus on arte nucleare, in seguito alla paura che cresce intorno alle armi nucleari e al loro potere distruttivo. Esplorano temi non nuovi come l’inconscio, l’oscurità, il sogno ma con un’inedita carica perturbante che esprime nuove angosce personali e collettive. Ne è l’esempio emblematico Enrico Baj, con occhi sgranati e figure antropomorfizzate che hanno perso l’umano a favore dell’informe e della ricerca dell’ignoto.
Visitare luoghi come le Gallerie d’Italia e goderne in pace e tranquillità è un’esperienza rara quanto preziosa. Approfittatene!
In copertina: Cantiere ‘900 alle Gallerie d’Italia. Credit.