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In questi giorni ho avuto il piacere d’inoltrarmi nella vita dell’artista livornese Amedeo Modigliani (1884-1920), grazie alla sapiente mostra virtuale, dal titolo Nel Segno di Modigliani, realizzata dall’Istituto Amedeo Modigliani in collaborazione con Phantasya s.r.l., per il centenario della morte del pittore.
Ci viene presentato uno spazio idealizzato, realizzato tramite modellazione 3D: l’ambiente si ispira alla casa di Grugua in Sardegna, appartenuta al padre Flaminio, dove Amedeo passava le sue estati.

Modigliani in collaboration with Phantasya s.r.l – art director Roberto Panté
Credit: Istituto Amedeo Modigliani
Il visitatore all’interno di questa ricostruzione può muoversi liberamente, interagendo con ciò che ha davanti: fotografie, oggetti, personaggi e opere ci raccontano la vita artistica e privata di Modigliani. Ogni elemento può essere ingrandito ed è accompagnato da didascalie, commenti tecnici e riferimenti storici. Abile e interessante la possibilità di interagire nella piattaforma digitale come fosse uno spazio fisico: possiamo seguire il nostro ritmo e decidere dove soffermarci o dove far vagare lo sguardo.

Modigliani in collaboration with Phantasya s.r.l – art director Roberto Panté
Credit: Istituto Amedeo Modigliani
SI PARTE DA UN AUTORITRATTO
Il viaggio, composto da otto sale, è accompagnato dalle note del celebre brano Once upon a time in Paris del compositore, nonché amico di Amedeo, Erik Satie.
Entrando veniamo accolti da Modigliani stesso che ci racconta la sua vita e il mondo che lo ha circondato. Richiama l’attenzione il suo autoritratto, l’unico che dipinse nel corso della sua breve vita – aveva solo trentasei anni quando morì di tubercolosi.

Credit: Istituto Amedeo Modigliani
I NUDI
Sarà poi Kiki, la regina di Montparnasse, a condurci nella seconda stanza, dedicata ai nudi esposti durante la prima personale del pittore, curata dall’amico Zbrorowski nel dicembre del 1917. L’esposizione è entrata nella storia per lo scandalo che causò: i corpi delle figure femminili erano lontane dai canoni convenzionali del tempo. “C’è che quei nudi hanno i peli” fu la giustificazione che i gendarmi diedero a Berthe Weill, la prima gallerista donna al mondo.
Modigliani diceva spesso “dipingere una donna è possederla”, specialmente per quanto riguardava i nudi e credo sia per questo motivo che non ci sia da stupirsi se la maggior parte di questi abbiano gli occhi svelati, a differenza dei ritratti di amici o della sua stessa compagna.

Credit: Istituto Amedeo Modigliani

Credit: Istituto Amedeo Modigliani
LA SUA AMATA JEANNE
Siamo ora nella camera da letto e la voce della bellissima compagna e musa Jeanne Hébuterne racconta il dolore nel vedere l’uomo amato andarsene e di come lei stessa, il giorno dopo, si sia tolta la vita insieme alla bimbo che portava in grembo, lasciando al suo destino l’altra figlia.
L’ambiente è pieno di suoi ritratti a eccezione di un dipinto realizzato dalla stessa Jeanne, anch’ella artista. Fu proprio all’Accademia Colarossi che si incontrarono per la prima volta, attimo in cui nacque un amore spiazzante.

Credit: Istituto Amedeo Modigliani

Credit: Istituto Amedeo Modigliani
UNA RIFLESSIONE
Sarà poi l’amico pittore Moïse Kisling a raccontarci l’atmosfera di Parigi nei primi decenni del ‘900, di come abbiano interagito con i grandi pittori dell’epoca, o come si sia adoperato a non disperdere il patrimonio artistico dell’amico dopo la sua morte. Si susseguono così artisti e persone influenti cui Modigliani ha reso omaggio attraverso i suoi quadri.

Credit: Istituto Amedeo Modigliani

Credit: Istituto Amedeo Modigliani
A questo punto della mostra si nota la differenza di come Amedeo costruisca in modo differente le figure maschili rispetto a quelle femminili: se nelle prime la plasticità del volto è evidente e molto più dichiarato rispetto al corpo, per quanto riguarda la donna le caratteristiche si invertono, il volto sembra essere immateriale, scivoloso alla vista, e il corpo acquisisce volume attraverso la nudità.
Mi blocco sul ritratto di una sconosciuta, affascinante per il modo in cui sembra scomparire da un momento all’altro, ma che continua a godere di questa transitorietà che è assoluta, tipica del modo di dipingere di Modigliani.

Credit: Istituto Amedeo Modigliani
A introdurci al mondo del collezionismo circa le opere del pittore sarà Beatrice Hasting, amante prima e poi promotrice della sua arte,lo aiuterà infatti ad affermarsi nel mondo della critica, presentandolo ad amici e mercanti.
Verremo così trasportati delicatamente nella stanza dei Ricordi dove potremo visionare fotografie d’epoca e successivamente nella sala del Cinema per approfondimenti sul tema.
Si conclude così anche questa esperienza, anche se la consapevolezza di poterci ritornare quando si vuole dona molta più spensieratezza rispetto a una visita museale in loco. Per accedere alla mostra interattiva e gratuita, disponibile in italiano e in inglese, basta entrare sul sito dell’Istituto Amedeo Modigliani. Buona visita!

Credit: Istituto Amedeo Modigliani
In copertina: Credit Istituto Amedeo Modigliani