CHARLOTTE SALOMON: QUANDO LA VITA DIVENTA ARTE

“È tutta la mia vita”. Charlotte Salomon

1943: una giovane di ventisei anni, da poco sposata e incinta, consegna al suo medico un grande e pesante pacco pieno di acquerelli e fogli manoscritti: la sua vita. Lei è Charlotte Salomon, ebrea tedesca nata a Berlino il 16 aprile 1917. Poche settimane dopo aver messo in salvo il suo lavoro, il 10 ottobre 1943, muore appena varcati i cancelli di Auschwitz.

Il pacco contiene 1325 fogli, realizzati tra il 1940 e il 1942, in cui Charlotte racconta per immagini la sua esistenza. L’opera ha come titolo Leben? Oder Theater? (Vita? O Teatro?) e per Charlotte è un rifugio dal dramma che sta vivendo la Germania e il mondo intero in quegli anni folli.

Charlotte Salomon, Autoritratto, guazzo su cartone, 1940, Amsterdam, Joods Historisch Museum

La vita di Charlotte, anche prima della guerra, è segnata da eventi traumatici: a soli nove anni perde la madre, morta suicida. La famiglia le tiene nascosta la causa della morte per molto tempo: sarà il nonno a dirle la verità, svelandole anche che altre tre donne della sua famiglia sono morte per suicidio. Anche Charlotte soffrì di depressione ma il suo essere artista le ha permesso di esorcizzare, tramite il suo lavoro, le sofferenze che ha dovuto affrontare nella vita.

Charlotte Salomon
Charlotte Salomon, Charlotte bambina nel letto della madre, in Vita? O Teatro?, guazzo su carta, 1940-1942, Amsterdam, Joods Historisch Museum

In quanto ebrea, Charlotte viene cacciata dall’Accademia di Belle Arti di Berlino. Poco dopo, nel 1936, il padre viene internato nel campo di concentramento di Sachsenhauser e lei scappa dai nonni che si sono trasferiti nel sud della Francia, a Villefranche-sur-Mer. Charlotte vive con grande angoscia la separazione dal padre e la fuga dalla Germania ma sa che è l’unico modo per avere qualche possibilità di sopravvivere. Il padre poi viene liberato grazie agli sforzi della seconda moglie e scappa con lei in Olanda.

Charlotte Salomon
Charlotte Salomon, Charlotte in camera da letto, in Vita? O Teatro?, guazzo su carta, 1940-1942, Amsterdam, Joods Historisch Museum

Quando Charlotte è in Francia, la nonna tenta il suicidio più volte fino a togliersi la vita nel 1940. Qualche tempo dopo, la giovane e il nonno vengono imprigionati nel campo di concentramento di Gurs ma tornano presto in libertà. Ed è proprio dopo questo periodo di detenzione che Charlotte inizia la sua opera, raccontando per immagini tutta la sua esistenza.

I disegni si alternano a parti scritte e la narrazione è associata a un accompagnamento musicale: si tratta proprio di una Gesamtkunstwerk (opera d’arte totale). Spesso le figure dipinte da Charlotte si animano grazie a dei dialoghi, come nelle graphic novel e le ambientazioni hanno un taglio particolare, quasi cinematografico. Le sue composizioni risentono dell’influenza delle Avanguardie storiche e ricordano molto lo stile lirico ed evocativo di Chagall. L’opera della Salomon, in realtà, è molto più di un diario: è un modo per elaborare la sofferenza e il lutto, è uno stratagemma per reagire ed esorcizzare tutto il dolore che deve subire in quanto ebrea nella follia della Germania nazista.

Charlotte Salomon
Charlotte Salomon, Charlotte con i nonni nel giardino di Villefranche-sur-mer, in Vita? O Teatro?, guazzo su carta, 1940-1942, Amsterdam, Joods Historisch Museum
(Nonna: “Sei venuta al mondo solo per disegnare?” – Nonno: “Sei troppo indulgente con lei. Perché, non dovrebbe diventare una domestica come tutte le altre?”)

Charlotte, consapevole del proprio destino, consegna tutto il suo lavoro al medico di famiglia Georges Moridis che lo conserva con cura fino ad affidarlo all’amica americana Ottilie Moore che, dopo la guerra, lo restituisce ai superstiti della famiglia Salomon.

Oggi, l’intera opera di Charlotte si conserva allo Joods Historisch Museum di Amsterdam che ha dedicato a quest’opera importantissima numerosi studi e mostre. Attualmente, fino al 22 novembre, il museo ospita l’esposizione Charlotte Salomon in close-up che analizza l’influenza del cinema nel lavoro dell’artista. Il museo, inoltre, per permettere di avere un rapporto diretto con il racconto di Charlotte, mette a disposizione on-line tutti i fogli di Vita? O Teatro? (https://charlotte.jck.nl/section).

Charlotte Salomon
Charlotte Salomon, Gruppo di donne ebree e due soldati tedeschi, in Vita? O Teatro?, guazzo su carta, 1940-1942, Amsterdam, Joods Historisch Museum
(Donne: “Vogliamo sapere dove sono i nostri mariti!” – Soldati: “Come possiamo sapere dove si trovano? Andate a casa o verrete arrestate, piccole scrofe ebree!”)

Da qualche anno, l’opera di Charlotte è stata riscoperta e analizzata da diversi autori che su di lei hanno scritto racconti e romanzai. Forse però il modo migliore per entrare nel mondo di Charlotte è sfogliare le sue tavole, così piene di vita e passione. Nel 2019, l’editore Castelvecchi ha pubblicato integralmente Vita? O Teatro?, dando la possibilità al lettore di toccare quelle pagine così cariche di colore, poesia e sofferenza.

In copertina: Pietra d’inciampo di Charlotte Salomon, Berlino, Wielandstraße 15 (“Qui ha vissuto Charlotte Salomon, nata nel 1917, fuggita in Francia nel 1939, imprigionata nel lager di Gurs nel 1940, internata a Drancy, deportata e assassinata ad Auschwitz nel 1943”).

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