Di Beatrice Giudici
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Lo Stato dei Luoghi è la prima rete nazionale di rigenerazione urbana gestita da professionisti del settore, occupati nella riqualificazione di spazi dismessi. Caserme abbandonate, cascine disabitate, stabilimenti inutilizzati diventano centri polifunzionali dedicati all’arte e alla cultura, dei veri spazi di condivisione. Perché la cultura è aggregazione, confronto, condivisione di idee e saperi, di dialoghi creativi.
È così che lo scorso 29 febbraio 2020 l’associazione avrebbe dovuto presentarsi al pubblico, durante un incontro organizzato a Milano. A seguito dell’emergenza sanitaria si è dunque dovuto trovare un metodo alternativo di connessione e di comunicazione; da qui Lo Stato dei Luoghi ha ufficializzato la propria nascita online, irrompendo sulla scena con una nuova iniziativa, una raccolta di parole che diventa testimone del momento storico che il mondo sta vivendo.

È l’alfabeto Pandemico, un neonato dizionario che ospita più di cinquecento parole che raccolgono nuovi significati e costruiscono immaginari rivoluzionari. Da appartenenza a fiducia, da silenzio a rumori, ogni vocabolo riscopre una nuova identità e trasmette la speranza di un futuro migliore e più consapevole.


Così spiegano: «Abbiamo la consapevolezza che ci sarà un prima e un dopo che segnerà il nostro modo di pensare e di agire. Abbiamo cominciato da un alfabeto e da alcune parole che talvolta sono ossimori, talaltra contraddizioni. Ognuna di esse ha un significato ma potrebbe acquisirne un altro».
Disinfettante – Fijodor Benzo. Impotenza – Andrea Insulla.
Nell’alfabeto Pandemico non si trovano solo le riflessioni di intellettuali, artisti, scrittori – come Annamaria Testa, Chiara Bersani e Franco Arminio – ma chiunque può contribuire con la propria parola direttamente dal sito web.
Un vocabolario in continuo mutamento volto a generare una riflessione sul contemporaneo e sul futuro che verrà. Un nuovo mezzo per esprimersi riscoprendo le piccole cose e proiettandole in un mondo ancora da immaginare.
E tu, cosa aspetti a dire la tua?
In copertina: “Distanza”, Chiara Pirro, DDuMstudio. Credit.