Pierre Cardin

PIERRE CARDIN E LA SUA MODA AVANGUARDISTA

Storia di un couturier innovatore che viaggiava nello spazio

di Anna Quirino

Tempo di lettura: 4 minuti

Uno stilista innovativo, un vero maestro che ha saputo esportare l’arte del Made in Italy e “svecchiare” quella moda old style che di avanguardismo non ne voleva sapere proprio niente: stiamo parlando di Pietro Costante Cardin, o Pierre Cardin, come aveva scelto di farsi chiamare, deceduto a Neuilly-sur-Seine all’età di 98 anni.

La passione per la moda si fece sentire alla giovane età di quattordici anni: iniziò l’apprendistato presso un sarto di Saint-Étienne, e nel 1945 arrivò a Parigi, dove lavorò prima da Jeanne Paquin e poi da Elsa Schiaparelli, per poi diventare il primo sarto della maison Christian Dior.

La nascita della Maison Cardin e le innovazioni degli anni ’60-‘70

Pierre Cardin
Pierre Cardin nel suo atelier, Credits

Nel 1950 Pierre Cardin fondò la sua omonima casa di moda, e la sua fu una vera e propria ascesa al successo. La Maison Cardin iniziò la produzione di abiti haute couture, ma il suo fondatore voleva fare qualcosa di davvero sconvolgente, che avrebbe diviso la critica: nel 1959 la casa di moda lanciò una collezione per i grandi magazzini Printemps. In men che non si dica Cardin fu considerato il padre del prêt-à-porter.

Nello stesso anno, inoltre, lo stilista fu il primo ad aprire una boutique in Giappone: questo dimostra che Cardin non era solo uno stilista, ma anche un imprenditore. Un uomo geniale, con forte spirito d’iniziativa e senso artistico, che facevano di ogni sua scelta un successo e un modello da seguire.

Gli anni ’60 e ’70, permeati di desiderio di ribellione e di libertà, caratterizzati da una voglia irrefrenabile di scoprire il mondo, di superare ogni limite e conoscere nuove tecnologie, sono gli anni di punta per un innovatore come Cardin. Lo stilista ne inventava di ogni: per l’uomo introdusse le giacche da completo senza collo, l’abito “cilindro” senza colletto che ispirò il primo look dei Beatles. Ed è sua persino l’invenzione dei pantaloni a sigaretta e l’introduzione in passerella delle minigonne, indossate per la prima volta da modelle asiatiche, come la bellissima Hiroko Matsumoto, che divenne una delle sue muse.

Cardin
Hiroko Matsumoto e Pierre Cardin, Credits

Nel 1971 aprì “Espace Cardin”, un vero e proprio hub culturale nel quale faceva sfilare le sue collezioni e che veniva utilizzato anche per promuovere artisti musicali e teatrali.

Le innovazioni stilistiche di Pierre Cardin

Attratto dall’idea dei viaggi nello spazio, Cardin si ispirava molto alle vicende socio-culturali dell’epoca in cui viveva.

La moda “spaziale” fu oggetto di una stravagante collezione che coglieva nel segno il vero spirito rivoluzionario dello stilista. «Ciò che è nuovo colpisce la mia immaginazione, le cose che si conoscono già non possono dare emozioni», diceva Pierre Cardin a proposito delle collezioni chiamate, non a caso, “Duemila e Oltre”.

Cardin si spingeva sempre oltre, immaginando la moda “del futuro”: preferiva i tessuti artificiali (tecnici e vinile, battezzati “Cardinette”), le geometrie enfatizzate. Realizzava gonne a cerchio da forme e tagli mai visti prima, chiamate “parabolique”, in bianco e in argento metallizzato, che erano i colori prediletti per le sue creazioni; anche gli abiti erano particolari, caratterizzati da fessure rotonde e tagli asimmetrici. Risale al 1954 il “Bubble Dress”, ovvero il “vestito a bolle”, creato in omaggio alla sua casa sulla costiera francese, la “Bubble House”.

Cardin
Abiti firmati Pierre Cardin, Credits

Negli anni a seguire arrivarono tailleur classici o trasgressivi, tute argento e body, copricapo a casco e stivali alti fino al ginocchio. Spesso la moda si intersecava con il design nella vita di Cardin, come fu per la sua casa, così per tanti altri oggetti: mise il suo nome e la sua cifra stilistica su mobili, oggettistica ed attrezzatura sportiva, come gli sci.

Pierre Cardin
Raquel Welch fotografata nel 1970 da Terry O’Neill con la minigonna e la collana in vinile di Pierre Cardin; Visiera in plexiglas. Credits

Cardin è stato quindi l’ideatore di una moda unisex, che abbandona l’idea delle forme femminili e maschili, per diventare una moda nuova, portabile da chiunque e ovunque.

In copertina: Illustrazione di Elena Cammarata, House of Cardin (Film still) di P. David Ebersole e Todd Hughes, Credits.

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