Di Teresa Canciello
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Un abito fresco, senza tempo. Stupendo. Specialmente addosso a te.
Manifesto di Rouje di Jeanne Damas
Inverno 2020, Coronavirus. Contagio, contaminazione. Paura. Oggi parliamo un po’ di bellezza («che salverà il mondo», direbbe il caro Dostoevskij) e riconduciamo il termine al suo valore (anche) artistico, ovvero alla moda, nata non solo per “coprire” l’uomo, ma per descriverne le abitudini e i costumi, per individualizzarlo.
Torniamo così all’aprile del 2016, quando Jeanne Damas realizza il suo sogno di aprire una casa di moda fatta per «ragazze che mettono il rossetto con le dita, che rincasano scalze a mezzanotte perché hanno ballato troppo, che sul terrazzo arrotolano la loro gonna sopra il ginocchio per prendere il sole sulle gambe, ragazze che mangiano patatine fritte e bevono vino rosso».
Rouje Paris è infatti l’essenza della donna parigina contemporanea, che sa di poter essere sexy anche con addosso un maglione oversize.
Ad oggi, a quattro anni dalla fondazione del marchio, Rouje Paris conta in Rue Bachaumont 11 (naturalmente, a Parigi) un negozio di abbigliamento e cosmetica, un ristorante “Chez Jeanne Rouje” e un canale di vendita online.
Inoltre, l’editore francese Grasset (lo stesso del famosissimo libro “La Parigina, Guida allo Chic” di Inès De La Fressange) nel 2017 ha pubblicato anche “à Paris“, di Jeanne Damas e Lauren Bastside, una raccolta di ritratti di donne che vanno dai 14 ai 70 anni, tutte rigorosamente parigine, se non di nascita, di stile.
Dopotutto, un altro dei messaggi di Rouje è il fascino senza tempo di ogni ragazza, qualsiasi età lei abbia.
Ma ciò che davvero fa spiccare Rouje rispetto a tanti altri brand è il concetto di contaminazione da cui siamo partiti. Jeanne Damas (mora, frangetta e rossetto rosso) ha inventato, infatti, un modo tutto nuovo di pubblicizzare il suo marchio, ovvero mostrando le nuove collezioni legandosi al cinema, distribuendo delle vere e proprie locandine, dei trailer e dei cortometraggi.

L’ultima campagna di Rouje, ¡Guapa!, si ispira “al sole dell’Andalusia, alla visione colorata di una Spagna senza tempo, ritratta meravigliosamente nelle pellicole di Almodovàr e nelle poesie di Garcia Lorca“, dove le donne possono asserire la loro forza attraverso la più sofisticata femminilità.

Ecco, quindi, il cortometraggio Sara La Guapa, con Sara Vega, attrice e ballerina spagnola, con un fascino tutto “PenelopeCruziano“, e l’inimitabile icona spagnola Rossy De Palma, guest star.

In pochi minuti attraversiamo, così, la vita di queste due donne, fatta di lavoro, tacchi comodi, guanti di lattice, torte di compleanno, appuntamenti galanti ed irriverente ironia.
Come non morire dalla voglia di indossare le loro vesti?
Il sottotesto del corto torna al Manifesto di Rouje, che incita tutte le femmès a portare un vestito quando vanno in bicicletta e un paio di jeans quando, invece, le aspettano ad una festa. Donne che possano mettersi tutto ciò che vogliono in qualsiasi momento loro lo desiderino.
Fare la spesa con i tacchi e le pulizie di casa con gli orecchini a cerchio, ovviamente d’oro e giganti.


Certo, ne convengo che i prezzi non sono proprio economici e che, di questi tempi, dove la maggior parte di noi è a casa senza lavoro, spendere 130 euro per un vestito sono una bella botta al portafoglio. Personalmente, devo ammettere di non aver (ancora) mai comprato Rouje, ma di essermi ispirata a questo mood sofisticato e senza tempo per una camicetta del mercato, un maglioncino bianco nel mio negozio Vintage preferito, un foulard ritrovato nell’armadio di mia nonna.
E quindi, che dire? Libertè, egalitè, Rouje!
In copertina: Foto dalla collezione Rouje Paris di Jeanne Damas. Credit.