CURIOSITÀ, USI E CAPRICCI SULL’OGGETTINO PIÙ SOTTOVALUTATO DI SEMPRE.
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Potresti diventare un pazzo o un criminale e nessuno se ne accorgerebbe. Ma se perdi un bottone… Beh, tutti se ne accorgono subito!
Eric Maria Remarque, autore di “Niente di nuovo sul fronte occidentale” (1929).
In questo articolo parliamo della storia del bottone, con noi da così tanto tempo (dopotutto i body dei neonati ne hanno sempre due) che abbiamo pensato valesse la pena dedicare loro qualche parola d’attenzione.
ORIGINE E DIFFUSIONE: DALLA PREISTORIA AL SACRO ROMANO IMPERO
Bottone, dal francese boutòn, ovvero gemma di pianta.
Troviamo tracce di questo minuscolo oggetto sin dalla preistoria, infatti i primi bottoni sono stati rinvenuti nella valle dell’Indo, in India, intorno al 2.700 a.C.
Il loro exploit avviene però nel Medioevo, dove però iniziano ad essere usati esclusivamente come ornamento.
Nell’antichità, infatti, i vestiti vengono chiusi con fibbie, lacci, spille e nodi, secondo il costume del tempo.
È nel ritratto di Adelaide di Borgogna (931 – 999 d.C.), Regina e Imperatrice del Sacro Romano Impero, che troviamo la loro prima testimonianza come elemento decorativo:
Come vedete, i bottoni sul suo vestito non chiudono, non uniscono, ma adornano.
DALLE CORPORAZIONI ALLO STATUS SYMBOL
Ma ecco che nel periodo gotico (XII – XVI secolo) il bottone acquista finalmente la sua utilità: gioiellieri e falegnami li cominciano a produrre in maniera artigianale. Nel 1250, in Francia, nasce la prima corporazione del bottone (la corporazione era un’associazione che regolamentava e tutelava l’attività degli artigiani di un determinato settore. In questo caso del settore del bottone).
Nel 1492, con la scoperta dell’America, il mondo apre il suo traffico all’oro e alle pietre preziose.
I bottoni cominciano ad avere forme, lavorazioni e raffinatezze di ogni tipo, tant’è che diventa lo status symbol degli appartenenti ai ceti più alti. Se infatti i ricchi ne possiedono di materiali preziosi, i più poveri invece li usano in osso o in cuoio.
IL BOTTONE COME ELEMENTO BEAUTY
Poco più avanti, nel 1.500, nascono addirittura i bottoni da profumo. Questo tipo di bottone contiene una pasta odorifera, la quale, sciogliendosi col calore del corpo, rilascia la loro fragranza (sappiamo che non erano anni di grande igiene personale, dopotutto).
SETTECENTO, OTTOCENTO: nuove forme e materialI
Anche il Re Sole, in quanto estremo veneratore del lusso, ne è un gran appassionato.
Tra il 1.700 e il 1.800 appaiono sugli abiti (più degli uomini, che delle donne…) piccoli ninnoli come ritrattini di paesaggi, fiorellini, animaletti, cornicette. Tutti dipinti, smaltati a mano e utilizzati come bottoni. I materiali in questo caso sono la porcellana, il vetro, l’avorio.
Insomma, comprare queste tipologie di bottone diventa un vero e proprio investimento. In Italia è immancabile nel corredo di ogni sposa del tempo.
DALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Con la Rivoluzione Industriale il bottone comincia a essere prodotto su larga scala, e, ridotti così i costi di produzione e dei materiali, comincia finalmente ad essere accessibile a tutti.
Se fino al 1930 i bottoni continuano ad essere delle vere e proprie chicche dalle forme più strane (serpenti, pacchetti di sigarette, volpi, tigri!) con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale tutto si ridimensiona e anche il bottone diventa più sobrio e funzionale, lasciando per molto tempo la sua caratteristica di “vezzo”.
i MITICI ANNI 80: IL BOTTONE NON PASSA INOSSERVATO
Per fortuna però arrivano gli anni ’80, la decade dello sfarzo e dell’opulenza!
Ecco sui vestiti, tra spalloni imbottiti e lurex, bottoni super luccicanti, fatti di strass, di perle, di plastica fluorescente!
Oggi il bottone ha perso la sua importanza ed è stato sostituito dalla cerniera o dai bottoni a pressione, “famosi” in quanto non si devono vedere.
Per fortuna, le case di Alta Moda – come, per dirne una, Chanel – continuano ad elevarne l’importanza, usandolo addirittura come simbolo della propria Maison.
Di certo oggi potrebbe essere scomodo avere cucito addosso un ammennicolo pesante che rilascia una fragranza al mandarino ogni volta che ti avvicini al termosifone.
PICCOLI TOCCHI DI STILE NEI NOSTRI LOOK
Credo però che in questo momento storico dove la globalizzazione sta ricevendo una battuta d’arresto e in cui ognuno di noi è alla ricerca di una propria unicità, anche il bottone, con il suo valore di dettaglio, potrebbe essere un ottimo segreto di stile.
Quindi forza, frughiamo nelle scatole delle nostre madri e delle nostre nonne e recuperiamo i bottoni accumulati nel tempo. Chissà che una vecchia giacca non riacquisti un nuovo look tutto nostro.
Per chi desiderasse un’ispirazione in più a Santarcangelo di Romagna, provincia di Rimini, ha sede il Museo del bottone più grande d’Italia, con oltre 8000 pezzi da guardare, osservare, scoprire.
Eccovi il link: https://www.comune.santarcangelo.rn.it/comune/enti-esterni/museo-del-bottone
In copertina: Credits
Very nice this natural stones
Ottima e simpatica cronostoria del bottone. Forse mi è sfuggito ma storicamente quand’è che si usa comunemente il bottone-asola??