TERZA PERSONALE PER MATTHEW BRANNON DA GIÓ MARCONI.

È un viaggio nel tempo e nello spazio quello proposto da Matthew Brannon alla Galleria Gió Marconi, che dedica così la terza personale all’artista newyorkese. Cold Shoulders / Foreign Affairs /Seafood Dinners / Power Vacuums / and The Last Gate at the End of a Very Long Terminal è il titolo programmatico di una mostra che combina frammenti di diverso tipo, raccogliendoli in un’atmosfera asettica, quasi surreale. Ed è proprio questo aspetto a suggerire il grado di parentela dell’artista con lo storico movimento, il cui intento era collocare elementi estranei “su un tavolo operatorio”, per godere dell’effetto di straniamento che quest’operazione avrebbe garantito. Passano gli anni, cambiano il contesto e soprattutto le intenzioni, ma Matthew Brannon conosce bene la storia dell’arte e lo dimostra proprio in questa esposizione.

Matthew Brannon, veduta parziale della mostra Cold Shoulders / Foreign Affairs /Seafood Dinners / Power Vacuums / and The Last Gate at the End of a Very Long Terminal, Gió Marconi, 2021. Courtesy Galleria Gió Marconi.

La mostra, pensata nell’atipico 2020, trasforma la sala principale della galleria nell’interno di un’areo in volo, che si libra su cieli indefiniti, “leggero come una piuma, pesante come una balena”. I muri della galleria si aprono tramite i grandi quadri – serigrafie con elementi dipinti – che sono come oblò aperti sulle vite dei passeggeri assenti che hanno lasciato sui sedili vuoti vari oggetti: una busta di cereali, una bottiglia di vino, un libro – persino la ben nota statuetta dorata – e così via. Restano in evidenza le marche di questi articoli, nomi facilmente riconoscibili che appartengono alla quotidianità di ciascuno.

La narrazione degli oggetti di Matthew brannon

Matthew Brannon, Persistent vs Suggestive, 2021. Courtesy Galleria Gió Marconi.

Segni distintivi di chi li ha posseduti, questi elementi raccontano la storia della nostra civiltà, l’arte e la società, le paure e le manie di un’epoca; tracce di vissuto, frammenti di narrazione come residui abbandonati nella fretta sul sedile di un aereo. Sono infatti gli oggetti che raccontano, che portano con sé la ricca storia di un’umanità assente.

Mancano anche i piloti, che, secondo quando Matthew Brannon suggerisce, sono impegnati a festeggiare lontano da noi. Ci scopriamo così immobili, in uno spazio che condensa il nostro passato, il presente e le aspettative sul futuro. Nessuno guida l’aereo, che è sospeso su di uno spazio indefinito: uno scenario siderale che si scorge al di là dei sedili.

Matthew Brannon, Holding Pattern, 2021. Courtesy Galleria Gió Marconi.

Ma il nostro viaggio in solitudine è giunto alla fine: senza compagni di viaggio ci apprestiamo a lasciare la sala, quando ci troviamo di fronte al quadro più emblematico di tutta l’esposizione. Dopo soli pochi passi Last gate at the End of a Long Terminal mostra, con la sua descrizione, quanto sia durato invece il nostro percorso.

Matthew Brannon, Last Gate at the End of a Long Terminal, 2021. Courtesy Galleria Gió Marconi.

Gli anni, i decenni si sono avvicendati, un secolo è finito mentre noi eravamo lì ad occupare i nostri sedili. I posti vuoti infatti appartengono a noi, che abbiamo osservato, immobili, la nostra epoca in un salto temporale degno di un grande film di fantascienza. Tutto scorre, tutto cambia: ci sono stati passeggeri prima di noi, ce ne saranno altri nel futuro.

D’altronde Giorgio Caproni lo aveva capito tempo fa: “Il mio viaggiare è stato tutto un restare qua, dove non fui mai”.

Matthew Brannon, veduta parziale della mostra Cold Shoulders / Foreign Affairs /Seafood Dinners / Power Vacuums / and The Last Gate at the End of a Very Long Terminal, Gió Marconi, 2021. Courtesy Galleria Gió Marconi.
Matthew Brannon, Measured Response, 2021. Courtesy Galleria Gió Marconi.
Matthew Brannon, Oral Argument, 2021. Courtesy Galleria Gió Marconi.
Matthew Brannon, veduta parziale della mostra Cold Shoulders / Foreign Affairs /Seafood Dinners / Power Vacuums / and The Last Gate at the End of a Very Long Terminal, Gió Marconi, 2021. Courtesy Galleria Gió Marconi.

In copertina: Matthew Brannon, Measured Response, 2021. Courtesy Galleria Gió Marconi.

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