Di Giulia Di Piazza
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Il CAM, ovvero The Covid Art Museum è il primo museo, al momento ancora soltanto digitale, che “espone” opere d’arte realizzate durante l’emergenza Coronavirus e si propone, quando l’emergenza sarà finita, di costituire una valida archiviazione e continua raccolta dell’arte emersa durante la pandemia. Questo obiettivo sarà raggiunto anche grazie all’ideazione di un libro digitale che possa facilmente essere consultato e distribuito in tutto il mondo.

Le interminabili settimane di quarantena, hanno costretto il mondo intero a fermarsi e a ritrovarsi, forse per la prima volta, del tutto soli, o quasi, con se stessi.
Come sempre, soprattutto nei momenti di maggiore destabilizzazione psicologica, l’arte si rivela essere ancora di salvezza che permette di evadere da quella che viene percepita come una realtà troppo grande per poter essere affrontata razionalmente. Ci si distrae, si prova a riprendere un vecchio hobby abbandonato a causa della frenesia della vita pre-Covid, insomma, si sente il bisogno di creatività, innovazione e soprattutto di libertà.

Nasce, così, dall’idea di tre giovani pubblicitari spagnoli, Irene Llorca, José Guerrero ed Emma Calvo, uno spazio dedicato all’arte ai tempi del Coronavirus, una pagina Instagram che raccoglie le testimonianze artistiche che hanno come focus specifico la vita ai tempi del Covid-19.
Gli ideatori sono stati sicuramente ispirati da quello che hanno visto accadere sulle proprie pagine, ovvero l’aumentare sui social di opere di ogni genere, dalle poesie alle illustrazioni ed hanno deciso di provare a riunire tutte, o quantomeno gran parte di queste opere, sotto un unico museo digitale a tema Coronavirus, che ha pubblicato il suo primo post il 19 marzo 2020.
Ad oggi i post pubblicati superano le mille unità ed i follower superano i 67mila. La pagina instagram del CAM può essere definita come una galleria virtuale in cui è possibile scoprire giovani aspiranti artisti ma anche ritrovare nomi noti.
Tra questi ultimi, troviamo Banksy che si arrangia a street artist casalingo, ma anche artisti nostrani come Pierpaolo Rovero e Francesco Vezzoli, ideatore dell’ultima copertina di Vanity Fair, con riferimento ai Tagli di Fontana.
Partecipare è semplice ed il numero delle richieste e delle pubblicazioni è in continuo aumento. È possibile condividere la propria opera, pubblicandola sui propri canali social con l’hashtag #CovidArtMuseum oppure compilare un semplice modulo che si trova nel link in bio della pagina ufficiale del CAM.
Non ci sono limiti ai mezzi di espressione artistica che possono spaziare dalla fotografia, al disegno, dalla pittura alle illustrazioni, installazioni e lavori in 3D. Unici requisiti richiesti: l’originalità delle opere, l’alta qualità nella realizzazione degli stessi e un elevato impatto emotivo.
Credit foto: profilo Instagram del CAM.
In copertina: Credit.