Un nuovo modo di riconoscere noi stessi: IO ESPERIENZA COLLETTIVA


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Si pensa sempre che ci si conosce abbastanza, ma questo accade solo perchè si ha paura di conoscerci realmente come siamo: scavare dentro noi stessi è molto difficile, scoprirsi e riscoprirsi. Tutto ciò può essere un vantaggio poiché solo avendo un buon rapporto con noi stessi riusciamo a rapportarci con gli altri.


IO esperienza collettiva indaga su queste tematiche: undici artisti si dedicano alla scoperta della sfera personale e carnale dell’IO.

Il percorso espositivo si snoda tra le opere e le installazioni di Federico Aprile, Veronica Barbato, Matteo Beltrami, Maurizio Bresciani, Isora Degola, Mirko Frignani, Claudio Galeotti, Giulia Pontoriero, Marika Ricchi, Susanna Stigler e Agnès Weber, facendo vivere al pubblico una vera e propria esperienza attraverso le sfumature dell’io. card recovery 6.10 registration key only

«Di solito è la nudità ad essere considerata fragile, ma il nostro io più profondo è ciò che realmente proteggiamo. L’intimità non è un corpo senza veli. L’intimità sono le lacrime, sono i sentimenti che non esprimiamo, sono i pensieri che teniamo custoditi. In un mondo in cui tutto è messo in mostra, l’anima si riconosce solo quando siamo davanti a uno specchio, soli, con i nostri demoni interiori». teamviewer 14 full kuyhaa

La curatrice Elettra Galeotti usa le parole sopracitate per descrivere l’esperienza ideata dall’artista Mirko Frignani, che espone il progetto fotografico installato Calma Tempesta, con il quale focalizza la sua ricerca sull’io. Un IO che può essere tempesta ma anche scialuppa di salvataggio. Un IO che non può più trovare scuse.

I dipinti di Federico Aprile rappresentano la nostra parte più viscerale, in cui Mente e Corpo sono strettamente legati, fino a diventare tutt’uno e quasi a confondersi. Il Formarsi di un pensiero ci appartiene tanto quanto una costola che si muove con il respiro o i denti che regolano il suono della nostra voce.

Veronica Barbato, attraverso un omaggio al fotografo Robert Mapplethorpe, racconta chi siamo con il progetto fotografico installativo “Qualcuno sta guardando”. Chi siamo quindi una volta chiusi nelle nostre quattro mura, esclusi dal giudizio degli altri?

Matteo Beltrami usa le seguenti parole per descrivere il proprio lavoro sui Contenuti Espliciti: “Animale, Carnale, Combattuto, Complicato, Discriminato, Erotico, Esplicito, Finto Giudicato, Intimo, Impulsivo, Incerto, Incriminato, Intenso, Infelice, Limitato, Libero Mascherato, Nascosto, Naturale, Occasionale, Orale, Perduto, Porno, Pilotato, Perverso Psicologico, Ruvido, Sincero, Schifoso, Selvaggio, Sporco, Tabù, Vero”.

Maurizio Bresciani
convoglia le sue tre anime da fotografo, artista e grafico per creare particolari di ritratti femminili, monocromi e intimi. “Profilo”, “Mussola” e “Quattro Maggio” sono gli elementi di un puzzle in cui l’io è erotico ma emotivo, d’impatto eppure delicato.

“Legami” è l’installazione site-specific di Isora Degola, che spiega: “Come un filo invisibile che lega due individui, così i legami si creano nel tempo e nel tempo si possono distruggere per creare nuove forme, lasciando sempre dietro di loro una traccia sottile”. Il suo è un intreccio fatto di esperienze e attimi svelati dal disfacimento del filo lavorato.

Claudio Galeotti con terra e fuoco ha forgiato visi senza tempo, mitologici e universali, rivelatori di emozioni, sentimenti, segreti. “Velature” e “Risveglio” fanno emergere invece l’intimità dei corpi in un letto, sognati o immaginati, desiderati o abbandonati.

Giulia Pontoriero riflette, attraverso il suo progetto fotografico “Habitat”, sul concetto di casa. Una camera d’albergo non è concepita per essere familiare: è impersonale, asettica, ma in grado di divenire essa stessa casa, se al suo interno si lasciano delle memorie da custodire.

Le opere in marmo di Marika Ricchi sono frammenti ed elementi anatomici carichi di espressività e significato che, con una sottile ma elegante ironia, riescono a descriverci profondamente. L’io è indagato sia nella sfera intima e personale che nel rapporto con la società moderna: Non vedo, non sento, non parlo è una provocazione contro atteggiamenti di indifferenza, ipocrisia e omertà. Susanna Stigler presenta il video-performance “Interno con vista”, un viaggio che parte dall’esterno per avventurarsi nelle pieghe dell’animo umano. Dice l’artista: “Una realtà reinterpretata in cui nei paesaggi, che sono una libera rappresentazione dell’umano, IO entro. Questa è la mia casa, corpo, anima e spirito”.

Attraverso la fotografia Agnès Weber documenta, negli anni 90, la vita allegra e spensierata sua, del fratello e dei loro amici nelle notti di una Parigi folle e sognante. “Hiron et Jean-Marie dans la nuit” parla di intimità, amore e amicizia: tutti gli ingredienti che permettono all’IO di lasciare il posto al NOI.

L’esposizione sarà un viaggio di undici io, attraverso i quali ognuno di noi, potrà anche riconoscersi. Sarà un viaggio intimo, che darà la possibilità ai visitatori di crescere dal punto di vista interiore.

La mostra inaugurerà sabato 2 aprile alle ore 18 presso lo spazio espositivo di Gommapane Spazio Arte in via Paterlini 23/b, Cavriago (RE).

Il tutto sarà promosso dall’associazione culturale Gommapane Lab e curata da Elettra Galeotti e Mirko Frignagni, sarà fruibile liberamente il 2, 3, 9 e 10 aprile 2022, mentre sarà visitabile su appuntamento da lunedì a venerdì. Inoltre, l’esposizione è destinata ad un pubblico adulto, in quanto sono presenti immagini ed opere esplicite.

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