Di Vittoria Farano
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L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, inutile negarlo, ci ha colto impreparati e in men che non si dica ci ha imposto un nuovo stile di vita. Ci ha costretto a riporre tutta la nostra attenzione su un nuovo nemico da sconfiggere, facendoci spesso dimenticare le innumerevoli altre questioni che preoccupano il nostro pianeta e la nostra società, e per le quali con ogni probabilità, avremmo un importante voce in capitolo se capissimo tempestivamente l’influenza delle nostre azioni su di esse.
Lasciamo, dunque, per un attimo e per quanto possibile, in disparte l’argomento Covid-19 e ci spostiamo a Venezia dove un’importante iniziativa artistica si sta occupando di Oceans in Transformation.
Il capoluogo veneto è al centro della ricerca ecologica e ambientale condotta da TBA21-Academy e trova la sua sede negli spazi della chiesa di San Lorenzo, sulla cui facciata principale due led di luce pulsante, proiettando in maniera orizzontale il fascio luminoso, indicano il livello a cui arriverà l’acqua della laguna, stando alle previsioni degli scienziati.
La mostra è il frutto di un lungo progetto di ricerca volto ad indagare quanto l’uomo ha influito e continui a giocare un ruolo determinante sulle trasformazioni e l’innalzamento del livello del mare. Non è un caso che sia proprio la città di Venezia ad ospitare questa iniziativa, essendo spesso vittima del fenomeno dell’acqua alta, strettamente correlato nonché prova tangibile di quanto accade nella nostra era, nota a tutti come Antropocene.
Oceans in Trasformation, curato da Daniela Zyman con il significativo supporto di Territorial Agency, si sviluppa seguendo sei traiettorie spaziali e dal momento che i dati sono stati elaborati in grandi installazioni multimediali è immediatamente possibile al visitatore prendere consapevolezza dell’impatto dell’uomo sull’intero sistema oceanico. In piena coerenza con i tempi che corrono, la mostra è consultabile online dal 20 maggio scorso, attraverso la piattaforma ocean-archive.org offrendo imperdibili conferenze e soprattutto ricche introduzioni alla tematica.
Non ci resta dunque che rimanere in attesa dell’apertura al pubblico dell’esposizione, prevista il 27 agosto 2020, con l’auspicio di essere più sensibili e responsabili nei confronti di una questione che ci vede come principali protagonisti.
In copertina: Credit.